13enne cristiana ridotta in schiavitù da un medico in Pakistan
Munawar Masih e Mehtan Bibi sono i genitori di otto figli. Vivono in Pakistan e il loro reddito è molto basso. Perciò, hanno accettato di far lavorare i loro due figli più grandi per un medico musulmano come domestici.
Questo medico aveva promesso alla famiglia 10.000 rupie pakistane al mese, ovvero 52 euro, per il lavoro di due bambine, Neha di 13 anni e Sneha di 11 anni.
Una cifra che, però, non avrebbe mai pagato del tutto: ha versato solo meno di un terzo della somma pattuita.
Per quattro anni, Neha e Sneha hanno lavorato con questo medico.
Il Pakistan Christian Post ha parlato di una situazione di “schiavitù”. Le bambine vengono maltrattate, insultate e aggredite fisicamente. Sono, per lo più, separate dalla loro famiglia che non può andarle a trovare.
Sneha si è poi ammalata. Il medico l’ha mandata a casa ma si è rifiutato di rilasciare Neha, dicendo anche che è diventata musulmana.
Inoltre, questo medico ha anche affermato che non restituirà Neha finché il padre non avrà restituito 275.000 rupie, circa 1.500 euro, perché ritiene di avere addirittura pagato in eccesso.
Nasir Saeed, direttore del Center for Legal Aid, Assistance and Settlement, ha denunciato questo atto criminale.
“Forse il Pakistan è l’unico Paese in cui tali crimini si verificano quotidianamente sotto le spoglie dell’Islam. Non può essere giustificato a tutti i costi che una giovane ragazza si sia convertita all’Islam contro la sua volontà e all’insaputa dei suoi genitori e ora non possa essere restituita ai suoi cari perché sono cristiani”.
Fonte: InfoChretienne.com.