Esce dal coma grazie alla preghiera al Santo. Miracolo a Taranto
Il 13 aprile 1817 nasceva a Pescosansonesco (Pescara) Nunzio Sulprizio, da genitori di umili origini. Fin da subito rimase orfano di entrambi i genitori, e fu affidato alle cure dello zio, che ritenne opportuno Nunzio lavorasse per contribuire alle entrate. Ma la gracile costituzione di Nunzio non resse agli sforzi, ed immediatamente il piccolo si ammalò.
Provò a curarsi a Napoli, ma niente riuscì a guarirlo, tanto che morì diciannovenne. Nel frattempo, nonostante la gente tendesse ad emarginarlo perchè temeva il contagio, Nunzio si guadagnò fama di esser molto devoto alla Madonna, tanto che in suo nome fu eretto un Santuario, e la Chiesa lo dichiarò Venerabile prima, e Beato poi, protettore degli invalidi e delle vittime del lavoro.
Oggi la Diocesi di Taranto ha chiesto il procedimento per la canonizzazione, poichè è al vaglio del Vaticano un miracolo attribuito alla sua intercessione. Un ragazzo di Taranto, estremamente devoto al Beato Nunzio, tanto da conservarne una foto nel portafogli, subì un incidente di moto, per cui entrò in stato comatoso e vegetativo.
I suoi genitori ottennero che una reliquia del Beato Nunzio fosse sistemata in sala rianimazione per chiederne una guarigione miracolosa, e con la sua acqua benedetta fu bagnata la fronte del ragazzo. Nel giro di quattro mesi il ragazzo tarantino ha recuperato tutte le sue funzioni vitali, uscendo inspiegabilmente dallo stato vegetativo in cui era precipitato dopo l’incidente.
fonte: cristianità.it