Padre Pio ci dice che cos’è la Santa Messa
Gesù spiega a Padre Pio la Santa Messa: negli anni tra il 1920 ed il 1930 Padre Pio ricevette da Gesù Cristo importanti indicazioni riguardo la Messa ed il suo significato. Gesù Cristo confermò innanzitutto la Sua presenza reale, non simbolica, all’interno di ogni celebrazione, chiese ai fedeli di tornare a vivere l’esperienza della Messa come un dono straordinario al quale assistere con occhi di Fede vera. Solo grazie a quelli si può guardare a quanto realmente accade.
E Padre Pio quegli occhi li aveva. Non è un caso se ogni testimone che ha assistito ad una Messa celebrata da Padre Pio, riferisce della grandissima emozione del frate in ogni istante della Santa Messa. Questa emozione arrivava fino alle lacrime nel momento dell’Eucaristia, quando Gesù inondava del suo Amore il celebrante, che annientava letteralmente se stesso per far posto nel suo corpo al Figlio di Dio.
Era esattamente quanto gli chiedeva Gesù, il quale parlò a Padre Pio dell’immenso privilegio riservato ad ogni sacerdote: accogliere Gesù in quel modo non era possibile nemmeno a Maria, Sua Madre e Madre di tutti noi; e si fossero ritrovati a servir Messa i più importanti Angeli Serafini, non sarebbero stati degni di essere accanto al sacerdote in quel momento meraviglioso dell’Eucaristia. Questa la spiegazione di Gesù a Padre Pio sulla Santa Messa.
L’Ostia è Gesù stesso, umiliato per l’intero genere umano. Il Calice è Gesù Stesso, che riporta il Suo sangue agli uomini, nutrito con ogni promessa di Salvezza. E’ per questa ragione che Gesù, rivolgendosi a Padre Pio, gli confessa il suo disappunto per quanto gli uomini sappiano rivelarsi non solo ingrati, ma peggio, indifferenti nei confronti del suo sacrificio e del suo riviverlo ogni giorno, in ogni Messa.
L’Altare, secondo la spiegazione che fornisce Gesù al frate di Pietrelcina, è il riassunto di due luoghi fondamentali nella vita di Gesù, il Getzemani ed il Calvario: l’Altare è il luogo in cui rivive Gesù Cristo. Dovrebbe suscitare emozioni particolari, come quando immaginiamo di ripercorrere in Palestina le stesse strade che calcò Gesù duemila anni fa. Perchè proiettare queste emozioni sul passato, quando si può avere Gesù di fronte a sè in ogni ora, in ogni chiesa?
“Portate i vostri cuori sul corporale santo che sorregge il Mio Corpo; tuffatevi in quel Calice divino che contiene il Mio Sangue. È lì che l’Amore stringerà il Creatore, il Redentore, la vostra Vittima ai vostri spiriti; è lì che celebrerete la gloria Mia nell’umiliazione infinita di Me stesso. Venite all’Altare, guardate Me, pensate intensamente a Me”.
fonte: cristianità.it