La devozione che Gesù promette tante grazie e le sue promesse
Il 13 Settembre 1935, Santa Faustina Kowalska, vedendo un Angelo sul punto di eseguire un tremendo castigo sull’umanità, fu ispirata a offrire al Padre “il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità” del suo dilettissimo Figlio “in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo”
Va notato che la “divinità” che qui si offre al Padre, è la nostra professione di fede nella divinità del Redentore, in quell’evento, cioè, per cui “il Padre ha tanto amato il mondo da dare il proprio Figlio, l’Unigenito, affinché chi crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16)
Mentre la Santa ripeteva la preghiera, l’Angelo era impotente a mettere in atto quel castigo. Il giorno dopo le fu detto di usare le medesime parole sotto forma di una coroncina da recitare sui grani del Rosario.
Disse Gesù: “Ecco come reciterai la coroncina della mia misericordia.
Comincerai con:
Padre nostro
Ave Maria
Credo (vedi pag.30)
Poi, usando una comune corona del Rosario, sui grani del Padre nostro reciterai la preghiera seguente:
Eterno Padre, ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo.
Sui grani dell’Ave Maria, aggiungerai per dieci volte:
Per la sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
Per finire ripeterai tre volte questa invocazione:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
LE PROMESSE:
Il Signore non si limitò a descrivere la coroncina, ma fece alla Santa queste promesse:
“Concederò grazie senza numero a chi reciterà questa coroncina, perché il ricorso alla mia Passione commuove l’intimo della mia misericordia. Quando la reciti, avvicini a Me l’umanità. Le anime che mi pregheranno con queste parole saranno avvolte dalla mia misericordia per tutta la loro vita e in modo speciale al momento della morte.”
“Invita le anime a recitare questa coroncina e darò loro ciò che chiederanno. Se la reciteranno i peccatori, riempirò la loro anima con la pace del perdono e farò sì che la loro morte sia felice”
“I Sacerdoti la raccomandino a chi vive nel peccato come una tavola di salvezza. Anche il peccatore più indurito, recitando, sia pure una sola volta questa coroncina, riceverà qualche grazia dalla mia misericordia.”
“Scrivi che, quando questa coroncina sarà recitata accanto a un morente, mi collocherò Io stesso fra quell’anima e il Padre mio, non come giusto Giudice, ma come Salvatore. La mia Misericordia infinita abbraccerà quell’anima in considerazione di quanto soffersi nella mia Passione.”
La grandezza delle promesse non stupisce. Questa preghiera è d’uno stile estremamente spoglio ed essenziale: adopera poche parole, come vuole Gesù nel suo Vangelo, si riferisce alla persona del Salvatore e alla Redenzione che fu da Lui compiuta. Deriva da ciò evidentemente l’efficacia di questa coroncina. Scrive San Paolo: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo sacrificò per tutti noi, come non ci darebbe ogni altra cosa insieme con Lui?” (Rom. 8,32)