Il Santo Rosario: il fascino dell’Ave Maria
Il Santo Rosario: il fascino dell’Ave Maria
Il Santo Rosario è ripieno del fascino dell’Ave Maria. La corona delle Ave Maria porta in sé l’incanto di una preghiera che risuona dalla bocca dei bambini, quando la mamma insegna loro l’Ave Maria, che risuona nel canto dell’Ave Maria, così frequente nella pietà cristiana; che risuona nei rintocchi suggestivi delle campane all’ora dell’Angelus tre volte al giorno. Il Rosario è lo scrigno prezioso delle Ave Maria che fanno elevare la mente e il cuore immergendoli nei misteri più ineffabili della nostra fede: l’Incarnazione di Dio nei misteri gaudiosi, la Rivelazione di Cristo nei misteri luminosi, la Redenzione universale nei misteri dolorosi, la Vita eterna del Paradiso nei misteri gloriosi.
Che cosa non ha prodotto il fascino dell’Ave Maria nei cuori più delicati e sensibili? Un esempio fra i tanti è quello del grande poeta e scrittore danese, Giovanni Jorgensen. Egli apparteneva ad una famiglia rigidamente luterana e ogni sera la mamma leggeva alla famiglia una pagina della Bibbia, commentandola secondo la scuola e la dottrina dei protestanti. Prima di addormentarsi bisognava recitare il Padre nostro. L’Ave Maria, invece, era considerata una vera eresia.
Il ragazzo Giovanni Jorgensen era molto legato a questa pratica della famiglia, e non pensava certo di scostarsi mai da essa. Ma una sera, invece, gli capitò che, trovandosi all’aperto, sotto il cielo stellato, si mise a recitare, in ginocchio, l’Ave Maria che aveva letto e imparato da un libro dei cattolici. Ne fu sorpreso egli stesso, e non rivelò certo alla mamma quel che gli era accaduto quasi inavvertitamente. E tuttavia, ormai non sapeva sottrarsi al fascino della preghiera dell’Ave Maria, per cui molte volte la sera, dopo la recita del Padre Nostro, si inginocchiava sul lettino e recitava anche, con tutto l’affetto, «Ave Maria, piena di grazia… Santa Maria Madre di Dio, prega per noi…».
Crescendo negli anni e negli studi, intanto, Giovanni si lasciò purtroppo conquistare dalle varie dottrine mortifere del liberalismo, del socialismo, dell’evoluzionismo, per finire poi nell’ateismo più gelido. Aveva perduto oramai la fede semplice della fanciullezza, e sembrava tutto finito irrimediabilmente. E invece, no, non era finito tutto, perché rimaneva ancora un filo, solo un filo, il filo misterioso di quell’Ave Maria recitata molte volte inginocchiato sul suo lettuccio… Alcune amicizie con studiosi cattolici, infatti, lo condussero pian piano alla fede cattolica, ed egli si convertì quindi nel 1896, ben consapevole della parte avuta dalla Madonna con quella preghiera dell’Ave Maria, e alla Madonna volle dedicare una delle sue opere più prestigiose, «Nostra Signora di Danimarca».
«Piena di grazia»: per noi
Si vede bene che il fascino dell’Ave Maria non è un fascino estetico, ma è un fascino di grazia, che scaturisce sorgivo da Colei che è la «piena di grazia»; è un fascino dell’aldilà, per i misteri ineffabili che contiene e che esprime nella sua semplicità sublime; è un fascino tutto materno, legato alla persona dolce e soave di Maria Santissima, la Madre di Dio e Madre nostra; è un fascino di misericordia, per l’aiuto che dona al presente e per la salvezza che assicura anche «nell’ora della nostra morte».
Il Rosario è un fascio di Ave Maria, è una collana di Ave Maria, è un’aiuola di Ave Maria, profumate come rose di maggio portate sulla terra dall’Angelo Gabriele che scese a Nazaret, si presentò in casa di Maria Vergine e la salutò con gioia e riverenza dicendo le parole: «Ave, o piena di grazia, il Signore è con te», annunciandole, quindi, il mistero dell’Incarnazione redentiva del Verbo di Dio nel suo grembo verginale, per operare la salvezza del genere umano liberandolo dalla schiavitù della colpa dei progenitori.
«Ave, o Maria, piena di grazia!»: ci può essere invocazione più dolce di questa? più rassicurante e più ricca di ogni bene? più amabile e preziosa? più alta e sublime? La «pienezza di grazia» dell’Immacolata Madre di Dio è diventata la nostra grazia, la nostra vita divina, la nostra benedizione, la nostra salvezza nel tempo e nell’eternità. Ella, infatti, è stata «ripiena di grazia» per noi, insegna san Bernardo, e ogni volta che noi ricorriamo a Lei e la invochiamo, assicura ancora san Bernardo, la Madonna non può non aiutarci a sperare con ogni fiducia, perché «Ella è la ragione della nostra speranza».
Fin dal mattino si aprano le nostre labbra con la preghiera dell’Ave Maria. Al mattino, l’Ave Maria ci anima ad affrontare le fatiche della giornata sotto lo sguardo materno di Maria, ripetendo anche noi, con il beato Luigi Orione, di fronte ad ogni difficoltà: «Ave Maria, e avanti!».