Divina Misericordia: Santa Faustina ci parla della grazia del momento presente
1. Il terribile grigio quotidiano. — Il terribile grigio quotidiano è incominciato. Sono passati i solenni momenti delle feste, ma la grazia divina resta. Sono incessantemente unita a Dio. Vivo ora per ora. Desidero trarre profitto dal momento presente realizzando con fedeltà ciò che mi offre. Mi affido a Dio con incrollabile fiducia.
2. Dal primo momento in cui ti ho conosciuto. — Gesù misericordioso, con quanto desiderio t’affrettavi verso il cenacolo per consacrare l’Ostia che doveva divenire il mio pane quotidiano! Gesù, desideravi prendere possesso del mio cuore e fondere col mio il tuo sangue vivo. Gesù, fammi partecipe ogni momento della divinità della tua vita, fa che il tuo sangue puro e generoso batta con tutta la sua forza nel mio cuore. Che il mio cuore non conosca un altro amore tranne il tuo. Dal primo momento che ti ho conosciuto, io t’amo. Chi potrebbe, del resto, restare indifferente di fronte all’abisso di misericordia che scaturisce dal tuo cuore?
3. Trasformare ogni grigiore. — È Dio che riempie la mia vita. Con lui percorro i momenti quotidiani, grigi e faticosi, confidando in colui che, essendo nel mio cuore, è occupato a trasformare ogni grigiore nella mia personale santità. Così posso diventare migliore ed essere un vantaggio per la tua Chiesa mediante una santità individuale, dal momento che tutti formiamo insieme un solo organismo vitale. Ecco perché mi sforzo affinché il terreno del mio cuore produca buoni frutti. Anche se ciò non apparisse mai quaggiù ad occhio umano, tuttavia un giorno si vedrà che molte anime si sono nutrite e si nutriranno dei miei frutti.
4. Il momento attuale. — O Gesù, desidero vivere nel momento attuale come se fosse l’ultimo della mia vita. Desidero farlo servire alla tua gloria. Desidero che esso sia per me un guadagno. Desidero guardare ogni momento dal punto di vista della mia certezza che nessuna cosa avviene senza che Dio l’abbia voluta.
5. L’istante che ti passa sotto gli occhi. — Mio sommo bene, con te la mia vita non è né monotona né grigia, ma varia come un giardino di fiori profumati, tra i quali io stessa sono imbarazzata a scegliere. Sono tesori che ogni giorno colgo in abbondanza: sofferenze, amore del prossimo, umiliazioni. È una gran cosa saper cogliere il momento che ti passa sotto gli occhi.
6. Gesù, ti ringrazio. — Gesù, ti ringrazio per le piccole e invisibili croci quotidiane, per le difficoltà della vita comune, per le contrarietà opposte ai miei progetti, per la cattiva interpretazione data alle mie intenzioni, per le umiliazioni che mi vengono dagli altri, per i modi aspri con cui sono trattata, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e l’esaurirsi delle forze, per le rinunce alla mia propria volontà, per l’annientamento del mio proprio io, per la mancanza di riconoscimento in ogni cosa, per l’intralcio a tutti i piani che avevo predisposto. Gesù, ti ringrazio per le sofferenze interiori, per le aridità dello spirito, per le angosce, i timori e le incertezze, per il buio delle varie prove dentro all’anima, per i tormenti che sono difficili ad esprimere, specialmente quelli nei quali nessuno mi capisce, per l’agonia amara e per l’ora della morte.
7. Tutto è dono. — Gesù, ti ringrazio d’aver bevuto prima di me l’amaro calice che a me porgi già addolcito. Ecco ho accostato le mie labbra a questo calice della tua santa volontà. Avvenga di me ciò che, prima di tutti i secoli, la tua sapienza ha stabilito. Desidero vuotare fino in fondo il calice a cui fui predestinata. Una simile predestinazione non sarà oggetto del mio esame: la mia fiducia sta nel venir meno di ogni mia speranza. In te, Signore, tutto è buono; tutto è dono del tuo cuore. Non preferisco le consolazioni alle amarezze, né le amarezze alle consolazioni: ti ringrazio, Gesù, per ogni cosa. Sono felice di fissare il mio sguardo su di te, Dio incomprensibile. È in questa esistenza singolare che il mio spirito dimora, e qui io sento di trovarmi a casa mia. O bellezza non creata, chi ha conosciuto te una volta sola, non può amar altro. Trovo dentro di me una voragine e nessuno, se non Dio, la può colmare.
8. Nello spirito di Gesù. — Il tempo della lotta quaggiù non è finito. Non trovo la perfezione in nessun luogo. Penetro, però, nello spirito di Gesù e osservo le sue azioni, la cui sintesi si trova nel Vangelo. Campassi anche mille anni, non ne esaurirò minimamente il contenuto. Quando s’impadronisce di me lo scoraggiamento e m’annoia la monotonia dei miei doveri, ricordo a me stessa che la casa dove mi trovo è al servizio del Signore. Qui nulla è piccolo, ma da un’azione di poco conto, compiuta però con un’intenzione che la elevi, dipende la gloria della Chiesa e il progresso di altre anime. Non vi è, perciò, nulla di piccolo.
9. Solo il momento attuale ci appartiene. — La sofferenza è il più grande tesoro della terra: l’anima ne viene purificata. L’amico si conosce nelle sventure; l’amore si misura con le sofferenze. Se l’anima sofferente sapesse quanto Dio la ama, morirebbe di gioia. Verrà il giorno in cui conosceremo quanto valga aver sofferto, ma allora non saremo più in grado di soffrire. Solo il momento presente ci appartiene.
10. Il dolore e la gioia. — Quando soffriamo molto abbiamo grandi possibilità di dimostrare a Dio che noi l’amiamo; quando soffriamo poco, le possibilità di provargli il nostro amore sono scarse; quando poi non soffriamo affatto, il nostro amore non ha modo di rivelarsi né grande, né perfetto. Con la grazia di Dio, possiamo giungere al punto in cui la sofferenza si cambia per noi in godimento, perché l’amore è ben capace di operare tali cose dentro ad un’anima.
11. Invisibili sacrifici quotidiani. — Giorni comuni, pieni di grigiore, vi guardo come una festa! Quanto è festoso questo tempo che produce dentro di noi meriti eterni! Comprendo bene come i santi ne traessero profitto. Minuscoli, invisibili sacrifici quotidiani, siete per me come fiori di campo, che io getto lungo i passi di Gesù, il mio diletto. Paragono spesso queste piccolezze a virtù eroiche, perché ad esercitarle con costanza occorre davvero l’eroismo.