Padre Livio su Medjugorje: un avvenimento unico e irripetibile
Nella storia delle apparizioni mariane di tutti i tempi, quelle di Medjugorje rappresentano per molti aspetti una assoluta novità. Mai, infatti, la Madonna in passato era apparsa così a lungo e a un gruppo così nume roso di ragazzi, facendosi, con i suoi messaggi, maestra di vita spirituale e di santità per un’intera generazione. Mai era accaduto che una parrocchia venisse presa per mano nel cammino del risveglio della fede, fino a coinvolgere, in questa esaltante vicenda spirituale, un numero incalcolabile di fedeli di tutti i continenti, compresi migliaia di sacerdoti e decine di vescovi. Mai il mondo aveva, attraverso le onde dell’etere e gli altri mezzi di comunicazione sociale, sentito così accorato, così puntuale e così vivo, l’invito celeste alla penitenza e alla conversione. Mai Dio, inviando ogni giorno la sua ancella, che ci ha donato come Madre, si era chinato con così grande misericordia sulle piaghe di un’umanità al bivio davanti alle strade della vita e della morte.
Qualcuno, anche fra i devoti della Madonna, ha storto il naso per la indubbia novità del fenomeno costituito da Medjugorje. «Perché mai in un Paese comunista?», ci si chiedeva all’inizio, quando la bipartizione del mondo appariva solida e immutabile. Ma quando il muro di Berlino crollò e il comunismo ricevette lo sfratto dall’Europa, Russia compresa, allora l’interrogativo ricevette da solo la più esauriente delle risposte. D’altra parte il Papa non parlava anch’egli una lingua slava come la Regina della pace?
E perché mai quelle lacrime accorate di Maria, mentre supplicava già il terzo giorno delle apparizioni (26 giugno 1981), «Pace, pace. pace!»? Perché l’invito alla preghiera e al digiuno per evitare le guerre? Non era forse quello il tempo della distensione, del dialogo e del disarmo? Non c’era forse la pace nel mondo, sia pure fondata sui precari equilibri delle due superpotenze? Chi poteva pensare che esattamente dieci anni dopo, il 26 giugno 1991, scoppiava quella guerra nei Balcani che ha dilaniato l’Europa per un decennio, minacciando di condurre il mondo verso la catastrofe nucleare?
Non è mancato chi, anche all’interno della comunità ecclesiale, ha bollato la Madonna col nomignolo di «chiacchierina», con malcelato disprezzo per i messaggi che con sublime sapienza e infinito amore la Regina della pace non ha cessato di donarci nell’arco di vent’anni. Tutta via il libretto dei messaggi costituisce oggi, per chi lo legga con la necessaria purezza e semplicità d’animo, uno dei più elevati commenti al Vangelo che mai siano stati composti, e alimenta la fede e il cammino di santità del Popolo di Dio più di tanti libri partoriti da una scienza teologica che non dì rado è incapace di nutrire il cuore.
Certo, apparire ogni giorno per vent’anni a dei ragazzi che oggi so no uomini e donne maturi, e dare messaggi che sono un magistero quotidiano per un’ intera generazione è qualcosa di inedito e di eccezionale. Ma, non è forse vero che la grazia sorprende e che Dio opera con libertà sovrana secondo la sua sapienza e per venire incontro alle nostre reali necessità, e non secondo i nostri schemi precostituiti? Chi potrebbe dire, a vent’anni di distanza, che la grazia di Medjugorje non sia stata di grande beneficio, non solo per una moltitudine di anime, ma per la Chiesa stessa?