La Madonna ci insegna come fare la devozione alla Trinità
Maria e la Trinità.
S. Gregorio Taumaturgo avendo pregato Dio di illuminarlo su questo mistero, gli comparve Maria SS. che incaricò S. Giovanni Ev. dì spiegarglielo; ed egli mise per iscritto gli insegnamenti avuti.
PRATICHE. 1) Il segno della Croce. Morendo sulla croce e insegnando la formola del Battesimo, Gesù ha fornito ì due elementi che lo compongono; non c’era che da unirli assieme. Da prima però ci si limitava ad una croce sulla fronte. Prudenzio (sec. VI) parla di una piccola croce sulle labbra, come si fa ora al Vangelo. Il segno di croce attuale lo troviamo in uso in Oriente nel sec. VIII. Per l’Occidente non abbiamo testimonianza anteriore al sec. XII. Da prima lo si faceva con tre dita, a ricordo della Trinità: per opera dei Benedettini si introdusse l’uso di farlo con tutte le dita.
2) Il Gloria Patri. E’ la preghiera più nota dopo il Pater e l’Ave; è la giaculatoria della Chiesa, che essa da 15 secoli non cessa di ripetere nella sua liturgia. E’ chiamata Dossologia (lode) minore, per distinguerla dalla maggiore cioè il Gloria in excelsis.
Da prima era accompagnata da una genuflessione. Anche ora il sacerdote nelle preghiere liturgiche ed i fedeli nella recita privata dell’Angelus e del Rosario al Gloria piegano il capo. Sarebbe da augurarsi che una sì bella preghiera non fosse solo considerata come un’appendice del Pater e dell’Ave o dei Salmi, ma formasse una preghiera a sè di lode e di adorazione alla Trinita. Per la recita di 3 Gloria per ringraziar Dio dei privilegi concessi a Maria SS.
IL PIù BELL’OSSEQUIO che possiamo fare alla Trinità è compiacerci che la sua gloria increata, infinita, eterna, essenziale, quella che Dio ha in sè, per sè, da sè, che le 3 divine persone si dànno a vicenda, quella gloria che è Dio stesso, non venga mai meno, non possa mai essere diminuita da tutti gli sforzi dell’ inferno. Ecco il significato del Gloria. Ma con esso intendiamo ancora di augurarci che a questa gloria intrinseca, si aggiunga l’estrinseca. Vorremmo che tutti gli esseri ragionevoli lo conoscessero, lo amassero e l’obbedissero ora e sempre. Ma qual contraddizione se mentre recitiamo questa preghiera non fossimo in grazia di Dio e non facessimo la sua volontà!
S. BEDA diceva: « Dio più che con le parole si loda con le opere». Egli però fu eccellente nel lodarlo con le parole e con le opere e morì nel dì dell’Ascensione (731) cantando in coro il Gloria e passò a cantarlo in cielo con i beati per tutta l’eternità.