La vita interiore sull’esempio di Padre Pio
Prima ancora di operare conversioni per mezzo della predicazione, Gesú cominciava a realizzare il progetto divino di ricondurre tutte le anime al Padre Celeste, negli anni di vita nascosta durante i quali veniva considerato solo come «il figlio del falegname».
In questo tempo di vita interiore, il colloquio col Padre fu ininterrotto, cosí come continua fu l’intima unione con Lui.
L’oggetto dei colloqui era l’umana creatura.
Gesú, costantemente unito al Padre, a costo di versare tutto il Suo Sangue, voleva unire al Creatore le creature, distaccatesi dall’Amore che è Dio.
Le scusava tutte, ad una ad una, perché… «non sapevano ciò che facevano», come poi ebbe a ripetere dall’alto della Croce.
Infatti, se avessero saputo, non avrebbero certo tentato di dare la morte all’Autore della Vita.
Se le creature però non riconoscevano, come molte ancora non riconoscono, il loro Creatore, Dio «riconosceva» le Sue creature, da Lui amate con un amore inimitabile, irripetibile. E, per questo amore, sacrificò Suo Figlio sulla croce dando compimento alla Redenzione; e, per questo amore, dopo circa due millenni, ha accettato l’offerta di «vittima» di un’altra Sua creatura che, in maniera tutta particolare, ha saputo imitare, pur nei limiti della propria umanità, il Suo Figlio Unigenito: Padre Pio da Pietrelcina!
Questi, imitando Gesú e collaborando alla sua missione per la salvezza delle anime, non affrontò la predicazione per convertire, non si serví del fascino delle parole.
Nel silenzio, nel nascondimento, intrecciò, come Cristo, un intimo ed ininterrotto colloquio col Padre Celeste, parlandogli delle Sue creature, difendendole, facendosi interprete delle loro debolezze, dei loro bisogni, offrendo per esse la sua vita, le sofferenze, ogni particella del corpo.
Con il suo spirito ha raggiunto tutte le parti del mondo, facendo sentire l’eco della sua voce. Per lui non vi erano distanze né differenze di religione, né differenze di razze.
Durante il santo Sacrificio, Padre Pio elevava la sua preghiera sacerdotale:
«Padre buono, ti presento le Tue creature, piene di capricci e di miserie. Lo so che meritano castighi e non perdono, ma come potrai resistere a non perdonarle se sono «Tue» creature, create dal soffio del «Tuo» Amore?
Te le presento per le mani del Tuo Figlio Unigenito, per esse sacrificato sulla Croce. Te le presento ancora con i meriti della Mammina Celeste, Tua Sposa, Madre Tua e Madre nostra. Non puoi quindi dire di no!».
E la grazia della conversione scendeva dal Cielo e raggiungeva le creature, in ogni angolo della terra.
Padre Pio, senza mai allontanarsi dal convento che l’ospitava, operava, con la preghiera, con il confidenziale e filiale colloquio con Dio, con la sua vita interiore, divenendo cosí, per i frutti copiosi del suo apostolato, il piú grande missionario di Cristo.
Non è partito per terre lontane, come gli altri; non ha lasciato la sua patria per cercare le anime, per annunciare il Vangelo ed il Regno di Dio, per catechizzare; non ha affrontato la morte.
Ha invece dato al Signore la piú grande testimonianza: la testimonianza del sangue. Crocifisso nel corpo e nello spirito, per cinquant’anni, in un penoso martirio.
Non ha cercato le folle. Le folle, assetate di Cristo, hanno cercato lui!
Inchiodato dalla volontà di Dio, inchiodato dal Suo Amore, divenuto olocausto, ha fatto della sua vita un’oblazione, un’immolazione continua, al fine di riappacificare la creatura al Creatore.
Questa creatura l’ha cercata in ogni dove, attirandola a sé per attirarla a Dio, al quale ha ripetuto: «Scaglia su di me, o Padre, la Tua ira e per soddisfare la Tua giustizia, punisci me, risparmiando gli altri ed effondendo il Tuo perdono».
Dio ha accettato l’offerta di Padre Pio, come accettò l’offerta di Cristo.
E Dio continua e continuerà a perdonare. Però, quanto son costate le anime a Cristo! Quanto son costate a Padre Pio!
Oh, se anche noi amassimo, non soltanto i fratelli che ci sono vicini, ma anche quelli lontani, che non conosciamo!
Come Padre Pio, nel silenzio, nel nascondimento, nel colloquio interiore con Dio, potremmo essere anche noi nel luogo in cui ci ha messo la Provvidenza, missionari di Cristo nel mondo.