Le qualità della Fede per piacere a Dio
Perché la Fede piaccia al Signore e giovi al credente, deve possedere alcune qualità che ne assicurino il valore e il merito, la continuità e l’irradiazione.
La Fede deve essere soprannaturale, cioé basata sull’autorità di Dio che ha rivelato le Verità, quindi non sul capriccio di ammettere ciò che si vuole senza rendersene conto, non sulla convenienza di credere sol perché si è avuta questa educazione, non sul fatto di comportarsi così perché gli altri fanno lo stesso, non perché quelle Verità appaiono ragionevoli e plausibili. Si può ripetere con Franz Werfel, l’autore di “Bernadette”: Per chi crede in Dio, nessun’altra parola è necessaria; per chi non vi crede, tutte le parole sono inutili”.
La Fede dev’essere esplicita, ossia non vagamente paga di accogliere in generale quello che il Signore ha rivelato e la Chiesa insegna, ma vogliosa di apprendere ognuna delle verità rivelate e insegnate per approfondirla sempre di più e valorizzarla sempre meglio. Santa Chiara d’Assisi, già entrata in agonia, domandava per imparare, come già altre volte, all’istruito Frate Ginepro: “Non sapete nulla di nuovo del buon Dio?”
La fede dev’essere ferma, in altre parole, capace di escludere il dubbio volontario, di non farsi forviare da false dottrine, di accettare le verità rivelate più di quanto si accettino le verità conosciute con la ragione, di difenderle di fronte a chiunque. Rispose il vescovo San Basilio al potente eretico venuto a insidiarlo: “Non solo non tollererò che si cambi una parola sola del Credo, ma neppure che si sposti l’ordine dei suoi articoli”.
La Fede dev’essere intera, vale a dire non limitata a qualcuno dei dati della Rivelazione ma estesa a tutti essi, con lo stesso fervore e fino nei minimi particolari. San Pasquale Baylon fu interrogato da un miscredente perché dicesse dov’è Dio. Il Santo rispose: “In Cielo”; ma appena intuì che l’altro negava l’Eucarestia, subito aggiunse:… “e nell’Eucarestia”.
La Fede dev’essere operosa, insomma tradotta in pensieri, in parole e soprattutto in azioni, con le quali soltanto può dirsi viva e vera, senza le quali anzi sembra la fede del diavolo, che crede in Dio ma non lo onora in nessun modo. Il famoso sociologo Donoso Cortes volle che sulla sua tomba fossero incise queste parole: “Fui cristiano. Non tollerai che la fede fosse senza le opere”.
La Fede dev’essere forte, così sentita che risolve le obiezioni, resiste alle prove, supera i dubbi, scavalca il mondo, si professa francamente anche davanti ai nemici, affronta pure il martirio. San Pietro da Verona, abbattuto a colpi d’ascia dagli eretici, intinse il dito nel proprio sangue e scrisse per terra: “Credo in Dio”.