Il vero linguaggio della preghiera
Viaggiare a Roma è un’esperienza spirituale benedetta.
Beati i tuoi occhi, perché vedono: e le tue orecchie, perché ascoltano. Matteo 13:16
Una volta, molti anni fa, stavo trafficando lungo un vicolo a Roma, quando una signora che sembrava avere circa 500 anni mi fissò, sorrise e disse piano: “Cosa c’è?”
Non sapevo cosa significasse, quindi mi sono fermato, pensando che forse aveva bisogno di assistenza.
“Cosa c’è?” ripeté lei molto delicatamente. “Nessun italiano”, dissi sorridendo ma sentendomi stupido. Il suo viso era così attento e sollecito, però, che ho iniziato a diffondere pensieri, nella mia lingua, e scommetto che siamo rimasti in quel vicolo per 20 minuti mentre spiegavo la mia vita amorosa confusa, il lavoro noioso e le prospettive desolate.
Per tutto il tempo mi guardava con la più dolce cura, come se fossi suo figlio. Alla fine ho finito, sentendomi sciocco di essermi liberato di me stesso, e lei mi ha allungato una mano e mi ha dato una pacca sulla faccia e ha detto teneramente: “Stai zitto”.
Questo ha spezzato il momento santo, e andiamo giù per gli anni. Per molto tempo ho pensato che mi avesse concesso una benedizione di qualche tipo, offerto qualche sottile preghiera nella sua lingua, fino a quando un amico mi ha detto di recente che Cosa c’è? significa “Qual è il problema?” e Stai zitto significa “Sei pazzo”.
Ma forse sono un po ‘più saggio ora che sono antico, perché credo con tutto il cuore che mi ha concesso una straordinaria benedizione quella calda giornata nel vicolo vicino a Via Caterina. Ascoltò, prestò attenzione, era completamente presente mentre aprivo una porta in me stesso. Non è forse una forma di preghiera enormemente potente e inquietante, da ascoltare con tutte le tue forze? Non è forse uno dei più grandi doni che possiamo darci l’un l’altro?
Caro Signore, per i nostri occhi e le nostre orecchie che a volte si aprono al dono sorprendente della tua musica, grazie.