Il diario degli Angeli Custodi: 5 Luglio 2020
3 considerazioni di Giovanni Paolo II
Gli angeli somigliano più dell’uomo a Dio e sono più vicini a lui.
Riconosciamo anzitutto che la provvidenza, come amorevole Sapienza di Dio, si è manifestata proprio nel creare esseri puramente spirituali, per cui meglio si esprimesse la somiglianza di Dio in loro che di tanto superano tutto ciò che è creato nel mondo visibile insieme con l’uomo, anch’esso incancellabile immagine di Dio. Dio, che è Spirito assolutamente perfetto, si rispecchia, soprattutto, negli esseri spirituali che per natura, cioè a motivo della loro spiritualità, gli sono molto più vicini delle creature materiali. La Sacra Scrittura offre una testimonianza abbastanza esplicita di questa massima vicinanza a Dio degli angeli, dei quali parla, con linguaggio figurato, come del “trono” di Dio, delle sue “schiere”, del suo “cielo”. Essa ha ispirato la poesia e l’arte dei secoli cristiani che ci presentano gli angeli come la “corte di Dio”.
Dio crea gli angeli liberi, capaci di operare una scelta.
Nella perfezione della loro natura spirituale gli angeli sono chiamati, fin dall’inizio, in virtù della loro intelligenza, a conoscere la verità e ad amare il bene che conoscono nella verità in modo molto più pieno e perfetto di quanto non sia possibile all’uomo. Questo amore è l’atto di una volontà libera, per cui, anche per gli angeli, la libertà significa possibilità di operare una scelta a favore o contro il Bene che essi conoscono, cioè Dio stesso. Creando gli esseri liberi, Dio volle che nel mondo si realizzasse quell’amore vero che è possibile solamente sulla base della libertà. Creando gli spiriti puri come esseri liberi, Dio, nella sua provvidenza, non poteva non prevedere anche la possibilità del peccato degli angeli.
Dio ha sottoposto gli spiriti a una prova.
Come dice chiaramente la Rivelazione, il mondo degli spiriti puri appare diviso in buoni e cattivi. Ebbene, questa divisione non si è operata per creazione di Dio, ma in base alla libertà propria della natura spirituale di ciascuno di essi. Si è operata mediante la scelta che per gli esseri puramente spirituali possiede un carattere incomparabilmente più radicale di quella dell’uomo ed è irreversibile dato il grado di intuitività e di penetrazione del bene di cui è dotata la loro intelligenza. A questo riguardo si deve dire anche che gli spiriti puri sono stati sottoposti a una prova di carattere morale. Fu una scelta decisiva riguardante prima di tutto Dio stesso, un Dio conosciuto in modo più essenziale e diretto di quanto è possibile all’uomo, un Dio che a questi esseri spirituali aveva fatto dono, prima che all’uomo, di partecipare alla sua natura divina.