Sant’Eusebio di Vercelli, Santo del giorno per il 2 agosto
(c.300 – 1 agosto 371)
La storia di Sant’Eusebio di Vercelli
Qualcuno ha detto che se non ci fosse stata un’eresia ariana che negava la divinità di Cristo, sarebbe molto difficile scrivere la vita di molti primi santi. Eusebio è un altro dei difensori della Chiesa durante uno dei suoi periodi più difficili.
Nato sull’isola della Sardegna, divenne membro del clero romano ed è il primo vescovo registrato di Vercelli in Piemonte nel nord-ovest dell’Italia. Eusebio fu anche il primo a collegare la vita monastica con quella del clero, stabilendo una comunità del suo clero diocesano in base al principio secondo cui il modo migliore per santificare il suo popolo era far vedere loro un clero formato in virtù solide e vivere in comunità.
Fu mandato da papa Liberius per convincere l’imperatore a convocare un consiglio per risolvere i problemi cattolici-ariani. Quando fu chiamato a Milano, Eusebio andò a malincuore, avvertendo che il blocco ariano avrebbe preso la sua strada, sebbene i cattolici fossero più numerosi. Si rifiutò di seguire la condanna di sant’Atanasio; invece, posò il Credo di Nicea sul tavolo e insistette affinché tutti lo firmassero prima di affrontare qualsiasi altra questione. L’imperatore lo fece pressione, ma Eusebio insistette sull’innocenza di Atanasio e ricordò all’imperatore che la forza secolare non dovrebbe essere usata per influenzare le decisioni della Chiesa. All’inizio l’imperatore minacciò di ucciderlo, ma in seguito lo mandò in esilio in Palestina. Lì gli ariani lo trascinarono per le strade e lo zittirono in una stanzetta, rilasciandolo solo dopo lo sciopero della fame di quattro giorni.
Il suo esilio continuò in Asia Minore e in Egitto, fino a quando il nuovo imperatore gli permise di essere riaccolto nella sua sede di Vercelli. Eusebio frequentò il Concilio di Alessandria con Atanasio e approvò la clemenza mostrata ai vescovi che avevano vacillato. Ha anche lavorato con Sant’Ilario di Poitiers contro gli Ariani.
Eusebio morì pacificamente nella sua diocesi in età avanzata.
Riflessione
I cattolici negli Stati Uniti a volte si sono sentiti penalizzati da un’interpretazione ingiustificata del principio di separazione tra Chiesa e stato, specialmente in materia di scuole cattoliche. Comunque sia, oggi la Chiesa è felicemente libera dall’enorme pressione esercitata su di essa dopo che è diventata una chiesa “stabilita” sotto Costantino. Siamo felici di sbarazzarci di cose come un papa che chiede a un imperatore di chiamare un consiglio della Chiesa, che papa Giovanni I viene mandato dall’imperatore a negoziare in Oriente, o la pressione dei re sulle elezioni papali. La Chiesa non può essere un profeta se è nelle tasche di qualcuno.