Devozione del giorno: come vincere l’inquietudine causata dalla tristezza
Allorché ti sentirai agitato dalla voglia di essere libero da un male o di conseguire un bene — consiglia S. Francesco di Sales — poni anzitutto in calma lo spirito, accheta il tuo giudizio e la tua volontà, e poi bel bello cerca di riuscire nel tuo intento, adoperando uno dopo l’altro i mezzi opportuni. E dicendo bel bello, non intendo dire negligentemente, ma senza ansietà, senza turbamento e inquietudine; altrimenti, invece di ottenere quello che desideri, guasterei ogni cosa e rimarrai negli imbrogli peggio di prima.
« Io porto sempre l’anima mia nelle mani, o Signore, e non mi sono scordato della vostra legge », diceva Davide (Ps 118,109). Esamina più volte al giorno, ma per lo meno la sera e la mattina, se porti sempre l’anima tua nelle tue mani, o se qualche passione o inquietudine non te l’ha rapita; vedi se hai ai tuoi ordini il tuo cuore, o se invece ti è scappato di mano per avventurarsi in affetti sregolati di amore, d’odio, di invidia, di cupidigia, di timore, di tedio, di gloria.
Se lo trovi sviato, prima di ogni altra cosa chiamalo a te e riconducilo alla presenza di Dio, ponendo di nuovo affetti e desideri sotto l’obbedienza e la scorta della sua divina volontà. Poiché come chi teme di perdere una cosa a lui cara, se la tiene ben stretta nella mano, così noi, ad imitazione di Davide, dobbiamo dire sempre: Mio Dio, l’anima mia è in pericolo; quindi la porto di continuo nelle mie mani, e così non dimentico mai la vostra santa legge.
Ai tuoi pensieri, per piccoli che siano e di poca importanza, non permettere mai che ti inquietino; perché dopo i piccoli venendo i grandi, troverebbero il cuore più disposto al turbamento e allo sconcerto.
Accorgendoti che viene l’inquietudine, raccomandati a Dio e risolvi di non far nulla di quanto il tuo desiderio vuole, finché l’inquietudine non sia totalmente passata, eccetto che si tratti di cose impossibili a differirsi; in tal caso bisogna, con uno sforzo dolce e tranquillo, frenare l’impeto del desiderio, temperandone, quanto si può e moderandone la foga, e quindi fare la cosa, non conforme al tuo desiderio, ma secondo ragione.
Se hai la possibilità di scoprire l’inquietudine a colui che dirige l’anima tua, certamente non tarderai a tranquillizzarti. Perciò il re S. Luigi dava al figlio l’ammonimento seguente: « Quando hai nel cuore qualche pena, dilla subito al confessore o a qualche pia persona e col conforto che ne riceverai, ti sarà facile sopportare il tuo male » (cf Filotea IV, 11).
A te affido, o Signore, tutte le mie pene e tribolazioni, perché tu mi sostenga nel portare con serenità, ogni giorno, la mia croce santificatrice.