Una lettera di Padre Pio al suo direttore spirituale dove descrive gli assalti del demonio
Una lettera di Padre Pio al suo direttore spirituale dove descrive gli assalti del demonio:
“Con ripetuti colpi di salutare scalpello e con diligente ripulitura soglio preparare le pietre che dovranno entrare nella composizione dell’eterno edificio. L’amore si conosce nel dolore, e questo lo sentirai nel corpo”.
“State a sentire quello che ebbi a soffrire poche sere fa da quegli impuri apostati. Era già notte avanzata, incominciarono il loro assalto con rumore indiavolato, e sebbene nulla vedessi in principio, capii però da chi era prodotto questo si strano rumore; e tutt’altro che spaventarmi mi preparai alla pugna con un beffardo sorriso sulle labbra verso costoro. Allora si che mi si presentarono sotto le più abominevoli forme e per farmi prevaricare incominciarono a trattarmi in guanti gialli; ma grazie al cielo, li strigliai per bene, trattandoli per quello che valgono. Ed allorché videro andare in fumo i loro sforzi, mi si avventarono addosso, mi gittarono a terra, e mi bussarono forte forte, buttando per aria guanciali, libri, sedie, emettendo in pari tempo gridi disperati e pronunziando parole estremamente sporche.
Fortuna che le stanze vicine ed anche sotto la stanza dove io mi trovo sono disabitate. Ne mossi lagnanza all’angiolino, e questi dopo avermi fatta una bella predichina, soggiunse: “Ringrazia Gesù che ti tratta da eletto a seguire lui da vicino per l’erta del Calvario; io vedo, anima affidata alla mia cura da Gesù, con gioia e commozione del mio interno questa condotta di Gesù verso di te. Credi tu forse che sarei così contento, se non ti vedessi così sbattuto? Io che nella carità santa molto desidero il tuo vantaggio, godo sempre più nel vederti in codesto stato. Gesù permette questi assalti al demonio, perché la sua pietà ti rende a sé caro e vuole che tu lo rassomigli nelle angosce del deserto,
dell’orto e della croce. Tu difenditi, allontana sempre e disprezza le maligne insinuazioni e dove le tue forze non potranno arrivare non ti affliggere, diletto del mio cuore, io sono vicino a te“.
Quanta degnazione, padre mio! Cosa ho io mai fatto da meritare tanta squisita amorevolezza dal mio angiolino? Ma non mi preoccupo affatto per questo; non è forse il Signore padrone di dare le sue grazie a chi vuole e come vuole? Io sono il trastullo di Gesù Bambino, come lui spesso mi ripete, ma quello che è peggio, Gesù ha scelto un balocco di nessun valore. Mi dispiace solo che questo balocco da lui prescelto imbratta le sue divine manine. Mi dice il pensiero che qualche giorno mi butterà in un fosso per non più scherzarvi. Ne godrò, non merito altro che questo”.