Prete ucciso dal migrante che aveva accolto in Chiesa
Il corpo senza vita di un prete, Olivier Maire, 60 anni, è stato scoperto stamattina a Saint-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea, nell’ovest della Francia. Lo hanno comunicato la diocesi e la gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre, citati dai media locali.
Su Twitter il ministro dell’Interno Gèrard Darmanin ha annunciato che si sta recando sul posto dove è stato “assassinato” il prete. Secondo France 3, il corpo sarebbe stato ritrovato su segnalazione di un uomo che si è presentato alla gendarmeria.
L’uomo accusato di aver ucciso un prete è coinvolto in un altro procedimento penale. Nel luglio del 2020, infatti, il sospetto ha confessato di aver dato fuoco alla cattedrale di Nantes, quando operava come volontario nella diocesi e aveva il compito di chiudere l’edificio la sera.
Di nazionalità ruandese, è in Francia dal 2012 e l’uomo aveva ricevuto il decreto di espulsione. In una mail inviata poche ore prima dell’incendio alla cattedrale di Nantes, ha spiegato di avere “problemi personali”.
“Stava scrivendo il suo risentimento a varie personalità che, ai suoi occhi, non lo avevano sostenuto abbastanza nei suoi procedimenti amministrativi”, ha detto all’epoca il pubblico ministero di Nantes.
I parenti del sacrestano hanno anche descritto un uomo particolarmente segnato dalla sua storia, terrorizzato al pensiero di tornare in Ruanda. In seguito alla sua confessione, era stato incriminato per “distruzione e danneggiamento da incendio” e imprigionato per diversi mesi prima di essere rilasciato sotto controllo giudiziario ed era in attesa del processo. La necessità di mantenerlo sotto controllo giudiziario ha impedito l’esecuzione dell’ordine di espulsione dal territorio.
Secondo quanto riporta Le Figaro, Emmanuel A., l’uomo di origine ruandese, ha confessato alla polizia di Mortagne-sur-Sèvre di aver ucciso il prete che l’ospitava, il superiore della comunità religiosa di Montfortains, che aveva 60 anni. Secondo quanto riportato dalla stampa francese, Maire aveva accolto nella comunità il ruandese prima dell’incendio di Nantes, e poi di nuovo dopo il rilascio.