San Vito, l’adolescente dei grandi miracoli e il suo martirio
Oggi vogliamo raccontarvi la storia di San Vito un giovane cristiano che subì il martirio per la fede.
San Vito nacque nel III secolo d.C. a Mazara del Vallo, una cittadina della Sicilia. Iles, suo padre rimase presto vedovo e decise di affidare il figlio alle cure di una nutrice cristiana, Crescenzia. Questa insieme a suo marito e di nascosto dal padre decise di farlo battezzare e lo allevò nei principi della fede.
Quando il ragazzo venne riconsegnato al padre, quest’ultimo cercò di tutto pur di farlo allontanare da Dio, ma, vedendo che Vito non demordeva, lo denunciò al preside Valeriano che lo fece arrestare.
Anche il preside, attraverso le minacce, cercò di farlo allontanare dalla fede cristiana, ma il suo amore per Dio era troppo forte. Quando stavano per farlo arrestare di nuovo, un angelo apparve al marito della nutrice e gli ordinò di partire su una barca con la moglie e Vito.
Partirono e durante tutto il viaggio, un’aquila si occupò di portargli acqua e cibo. Vito, continuò ad operare miracoli, tanto da essere considerato un vero taumaturgo, fino al giorno in cui venne rintracciato dai soldati di Diocleziano e portato a Roma.
Il martirio di San Vito
L’imperatore lo aveva fatto cercare dopo essere venuto a conoscenza delle sue doti, per guarire il figlio, malato di epilessia. Questa malattia all’epoca veniva scambiata per possessione demoniaca.
Vito lo guarì ma Diocleziano, invece di ringraziarlo, ordinò di torturarlo. Venne immerso in un calderone di pece bollente, ma ne uscì vivo. Lo gettarono tra i leoni, ma questi, invece di aggredirlo, gli leccarono i piedi. I torturatori non si arresero e lo appesero insieme a Crescenzia e Modesto ad un cavalletto. Mentre le loro ossa venivano straziate, la terra cominciò a tremare così forte da spaventare persino Diocleziano.
Gli angeli li liberarono e li portarono presso il fiume Sele, dove morirono poco dopo a causa delle torture subite.