Il mistero della statua della Madonna Pellegrina alla quale si consumano le scarpe

Oggi vi racconteremo una storia molto bella, quella della Madonna pellegrina, che consumava le scarpe durante il sonno. A parlarne è suor Maura. Chi vive dalle parti di Napoli non può non conoscere l’ospedale della Santissima Annunziata dove madri impossibilitate nell’accudire e crescere i propri figli, li lasciano affinché qualcuno li accudisca e si prenda cura di loro.

la Madonna che consuma le scarpe

Nella chiesa della Santissima Annunziata, che oggi si trova alle spalle dell’ospedale nel quartiere di Via Forcella a Napoli si trova l‘immagine sacra della Madonna dell’Annunziata. Qui si racconta che la Madonna di notte di alzi per andare a trovare gli orfanelli e consumi le sue scarpe.

La Madonna pellegrina veglia sugli orfanelli

A parlare di questa storia al Mattino è suor Maura una religiosa sempre sorridente e sempre pronta a raccontare a chiunque si rivolga a lei la storia delle scarpe della Madonna. Le scarpe della statua vanno cambiate spesso, racconta suor Maura a chi glielo chiede, in quanto ogni notte Maria va a trovare i suoi figlioletti e così facendo le consuma.

Chiesa

Le scarpe consumate non vengono gettate, ma conservate e donate a persone che chiedono alla Madonna miracoli particolari. Suor Maura racconta anche come nonostante gli anni passino, sono ancora tantissimi i bambini che vengono lasciati all’ospedale dell’Annunziata e per ognuno di questi angioletti la Madonna pone il suo sguardo amorevole.

Poi racconta un episodio accaduto in una notte come tante ad un medico in servizio. Il dottore sentì chiamare il suo nome e si diresse verso la stanza, seguendo il richiamo. Giunse così davanti alla culla di un neonato che stava soffocando. Quella voce aveva dato la possibilità al medico di salvarlo in tempo.

La Madonna pellegrina quella notte ha vegliato su uno dei suoi bambini e gli ha salvato la vita. La statua della mamma di tutti i bambini abbandonati ha lunghi capelli veri che scendono su un manto azzurro.