Esperienza di pre-morte di Vicki…cieca dalla nascita
Tratteremo le esperienze di premorte nelle persone non vedenti , ossia cieche.
Ciò che segue è stato tratto dal libro di Kenneth Ring ( Insegnamenti dalla Luce), Psichiatra e ricercatore delle esperienze di NDE, uno dei primi studiosi di tali esperienze
Forse la prova più eclatante tra le ipotesi formulate per dimostrare che le persone vedono davvero a ciò che dicono di vedere durante questi viaggi fuori dal corpo arriva, paradossalmente, da uno studio condotto su queste esperienze da parte dei non vedenti.
Vedremo dunque un’esperienza di una donna di nome Vicki, quando lo psichiatra Kenneth Ring il quale è stato uno dei pionieri nello studio delle esperienze di premorte, quindi egli ebbe l’opportunità di parlare con questa donna, la quale a quel tempo aveva 43 anni era sposata e madre di tre bambini.
Era nata prematura e pensava solo un chilo e mezzo alla nascita, in quel periodo, l’ossigeno era spesso utilizzato per stabilizzare le funzioni dei bambini prematuri nelle incubatrici, ma a lei ne fu dato troppo, perciò l’eccesso di ossigeno causò la distruzione del nervo ottico, in seguito a questo errore rimase completamente cieca fin dalla nascita.
Vicki si guadagna da vivere come cantante e suona la tastiera, sebbene di recente a causa sia di malattia che di altri problemi familiari non lavori più tanto come in passato, prima di contattare la donna Ring ascoltò in una cassetta il racconto che questa donna espose a una conferenza, nell’ascoltare tale cassetta Ring rimase affascinato da una frase che la donna disse a questa conferenza, “quei due episodi sono stati per me gli unici in cui ho potuto avere una relazione con la vista e con ciò che è la luce, perché l’ho conosciuta, io riuscivo a vedere”.
All’ascolto di questa cassetta lo psichiatra Ring desiderò di contattarla per avere ulteriori spiegazioni, ciò che a Ring interessava era proprio l’aspetto visivo della donna in quanto lui sapeva che lei era cieca fin dalla nascita.
Vediamo dunque questa conversazione tra la donna(all’epoca della sua NDE aveva 22 anni) e lo psichiatra, ovviamente non è tutta l’intervista ma è qualche aspetto della medesima.
Vicki: la prima cosa di cui mi resi subito conto era di trovarmi sul soffitto, e sentivo il medico che parlava, era un uomo, osservando la scena che si svolgeva, al di sotto di questo corpo, e all’inizio non ero sicura che fosse il mio, ma riconobbe i capelli, ( in una seconda intervista e spiegò anche un altro segno che l’aveva aiutata ad accertarsi del fatto che il corpo sottostante fosse proprio il suo, infatti vide l’anello nuziale dalla forma particolare che indossava).
Ring: che aspetto avevi?
Vicki: avevo i capelli molto lunghi, arrivavano alla vita, ma parte della testa dovette essere era stata, e ricordo che rimasi molto turbata, a questo punto, sentì per caso un dottore dire all’infermiera che era veramente un peccato, ma a causa di una lesione all’orecchio c’era il pericolo che diventassi anche sorda oltre che cieca.
Vicki: io sentivo anche i sentimenti che quelle persone provavano, da quel punto di osservazione sul soffitto, riuscivo a notare che erano molto preoccupati, e potevo vederli al lavoro sul mio corpo, vidi che praticavano un’incisione sulla testa e vedevo molto sangue che usciva, (non riusciva a distinguere il colore, infatti lei stessa afferma di non avere acquisito alcun concetto del colore), cercavo di comunicare con il dottore e l’infermiera, ma non riuscii a comunicarli e mi sentii molto frustrata.
Ring: cosa ricordi subito dopo non essere riuscita a comunicare con loro?
Vicki: che mi sollevai attraversando il tetto, era una cosa sorprendente.
Ring: che sensazione hai avuto in questo passaggio?
Vicki: era come se il tetto non ci fosse, cioè, come se si sciogliesse.
Ring: c’era la sensazione di muoversi verso l’alto?
Vicki: si, si, era proprio così.
Ring: si è ritrovata sul tetto dell’ospedale?
Vicki: esattamente.
Ring: arrivata a questo punto, eri consapevole di qualcosa?
Vicki: nelle luci e delle strade sottostanti, e di tutte le altre cose, ero molto confusa da questa visione, (tutto accade troppo in fretta per lei, e pertanto il fatto stesso di vedere è un elemento che la distrae e la disorienta).
Ring: sei riuscita a vedere il tetto dell’ospedale sotto di te?
Vicki: si.
Ring: che cosa potevi vedere intorno?
Vicki: vedevo delle luci.
Ring: le luci della città?
Vicki: si.
Ring: vedevi anche gli edifici?
Vicki: si, certo, vedevo le altre case, ma molto velocemente.
Infatti tutti questi eventi, una volta che Vicki comincia ad ascendere, si svolgono a velocità vertiginosa, e come Vicki nella sua esperienza cominci a sentire un formidabile senso di libertà che lei definisce, come la sensazione di abbandono e di una gioia crescente per aver lasciato le sue limitazioni corporali.
Ciò non durò a lungo tuttavia, perché quasi immediatamente viene risucchiata in un tunnel e sospinta verso una luce, in questo viaggio verso la Luce, adesso diventa consapevole di una incantevole armonia, di una musica simile a quella delle campane tubolari, durante tutta questa esperienza, naturalmente, conferma di aver sempre mantenuto la vista.