Papa Francesco ai preti: “Siate pastori con odore di pecore”
Papa Francesco, ai sacerdoti del Convitto Luigi dei Francesi in Roma, ha rivolto una raccomandazione: “Nella vita comunitaria, c’è sempre la tentazione di creare dei piccoli gruppi chiusi, di isolarsi, di criticare e di parlare male degli altri, di credersi superiori, più intelligenti. E questo ci insidia tutti! Non va bene. Possiate sempre accogliervi gli uni gli altri come un dono“.
“In una fraternità vissuta nella verità, nella sincerità delle relazioni e in una vita di preghiera possiamo formare una comunità in cui si respira l’aria della gioia e della tenerezza – ha detto il Pontefice -. Vi incoraggio a vivere i momenti preziosi di condivisione e di preghiera comunitaria in una partecipazione attiva e gioiosa”.
E ancora: “Vi auguro di essere pastori con ‘l’odore delle pecore’, persone capaci di vivere, di ridere e di piangere con la vostra gente, in una parola di comunicare con essa”.
“Mi preoccupa, quando ci sono riflessioni, pensieri sul sacerdozio, come se fosse una cosa di laboratorio – ha detto Francesco -. Non si può riflettere sul sacerdote fuori del santo popolo di Dio. Il sacerdozio ministeriale è conseguenza del sacerdozio battesimale del santo popolo fedele di Dio. Questo non dimenticarlo. Se voi pensate a un sacerdozio isolato dal popolo di Dio, quello non è sacerdozio cattolico, e neppure cristiano”.
“Spogliatevi di voi stessi, delle vostre idee precostituite, dei vostri sogni di grandezza, della vostra auto-affermazione, per mettere Dio e le persone al centro delle vostre preoccupazioni quotidiane – ha detto ancora – per mettere il santo popolo fedele di Dio: essere pastori, pastori. ‘Io vorrei essere un intellettuale, soltanto, non pastore’. Ma chiedi la riduzione allo stato laicale e ti farà meglio, no?, e fai l’intellettuale. Ma se sei sacerdote, sii pastore. Fai il pastore in tanti modi di farlo, ma sempre in mezzo al popolo di Dio”.
Il Papa ha anche invitato i sacerdoti francesi “ad avere sempre orizzonti grandi, a sognare una Chiesa tutta al servizio, un mondo più fraterno e solidale. E per questo, come protagonisti, avete il vostro contributo da offrire. Non abbiate paura di osare, di rischiare, di andare avanti”.
“La gioia sacerdotale è la sorgente del vostro agire come missionari del vostro tempo. E con la gioia va insieme il senso dell’umorismo. Un prete che non abbia senso dell’umorismo non piace, qualcosa non va. Quei grandi preti che ridono degli altri, di se stessi e anche della propria ombra… Il senso dell’umorismo che è una delle caratteristiche della santità, come ho io segnalato nell’enciclica sulla santità”.