Come aiutare i propri figli a distinguere il bene dal male?

Cosa significa per un genitore far crescere la coscienza morale ed etica del figlio? I figli non desiderano che gli si imponga nessuna scelta o decisione. Loro hanno ber chiaro che esiste il bene e il male, e tante volte sanno di sbagliare, per questo si nascondono.

Essi fin da subito, scalpitano per attuare un’autonomia decisionale. Ma accanto a quest’ultima è necessario aggiungere la lealtà, un elemento fondamentale nello sviluppo della capacità decisionale. Essa è garanzia dell’agire secondo coscienza. È qui che si inserisce l’impegno educativo genitoriale. Viviamo in una società dove il male è dilagante ed è per questo che, tante volte, vorremmo fare le scelte al posto dei nostri figli, perché li reputiamo fragili, incapaci. Dobbiamo, in realtà, imparare a formare le coscienze anziché sostituirle. Il nostro compito è creare le condizioni perché la coscienza dei nostri figli sia educata, formata.

La ricerca del bene è parte di noi stessi ma spesso ci fermiamo al bene soggettivo, misuriamo le scelte con quello che ci piace, per questo cadiamo nell’egoismo. Gli adolescenti e i giovani che vengono accusati di incoscienza sono in realtà alle prese con la definizione della loro identità morale. Purtroppo ricevono continuamente messaggi e respirano una cultura che determina un vuoto morale. Per loro è come se ogni cosa avesse lo stesso valore. In questo contesto molto problematico l’assenza genitoriale e l’invadenza dei condizionamenti esterni, a cui i nostri ragazzi sono molto sensibili, determina un vuoto morale nel quale precipitano. Di conseguenza agire in coscienza oggi può significare perseguire il proprio bene soggettivo.

Questa visione soggettiva del bene non corrisponde al vero bene. Una coscienza che fa agire così non realizza la persona. La coscienza è lo spazio santo nel quale Dio parla all’uomo, è il luogo in cui ascolta la voce di Dio. La possibilità di scegliere è alla base dell’agire secondo coscienza ed è uno dei criteri più importanti. Ai figli bisogna dare piccole regole che li rendono capaci di scegliere. Devono saper riconoscere che in alcuni casi hanno sbagliato, devono capire che la coscienza scopre la verità e la accoglie come un dono. Bisogna aiutare i figli a riconoscere che l’agire segue sempre un criterio. Per questo educare la coscienza significa aiutare il figlio a riconoscere il criterio di agire.

Agire in coscienza significa muoversi e liberamente decidere di agire all’interno di questo quadro di valori, è questo il cammino da fare. Ciò che è importante è che il figlio si muova e decida indipendentemente dall’età, all’interno di questo quadro che è garanzia di bene. Il quadro di valori da offrire ai figli è il progetto educativo su cui i genitori sono chiamati a lavorare.