Preghiera a San Giuseppe custode della Sacra Famiglia.

Perché pregare San Giuseppe? San Giuseppe fu il provvido custode della Sacra Famiglia. A lui possiamo affidare tutte le nostre famiglie, con la più grande certezza di essere esauditi in tutte le nostre necessità. Egli è l’uomo giusto e fedele che Dio ha posto a custode della sua casa, come guida e sostegno di Gesù e Maria: tanto più proteggerà le nostre famiglie, se gliele affidiamo e se lo invochiamo di vero cuore.

Pregare San Giuseppe: qualunque grazia si domanda a San Giuseppe verrà certamente concessa, chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada”, sosteneva Santa Teresa d’Avila. Io presi per mio avvocato e patrono il glorioso san Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi, in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima. Ho visto che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare.

Qualunque grazia si domanda a San Giuseppe verrà certamente concessa

Difficile dubitarne, se pensiamo che fra tutti i santi l’umile falegname di Nazareth è quello più vicino a Gesù e Maria: lo fu sulla terra, a maggior ragione lo è in cielo. Perché di Gesù è stato il padre, sia pure adottivo, e di Maria è stato lo sposo. Sono davvero senza numero le grazie che si ottengono da Dio, ricorrendo a san Giuseppe. Patrono universale della Chiesa per volere di Papa Pio IX, è conosciuto anche come patrono dei lavoratori nonché dei moribondi e delle anime purganti, ma il suo patrocinio si estende a tutte le necessità, sovviene a tutte le richieste. Sicuramente è il degno e potente protettore di ogni famiglia cristiana, come lo fu della Sacra Famiglia.

pregare

Preghiamo ogni giorno così affidandoci a san Giuseppe: Nelle tue mani, o Giuseppe, abbandono le mie povere mani; alle tue dita intreccio, pregando, le mie fragili dita. Tu, che nutristi il Signore col quotidiano lavoro, dona il pane ad ogni mensa e la pace che vale un tesoro. Tu, protettore celeste di ieri, oggi e domani, lancia un ponte d’amore che unisca i fratelli lontani. E quando, ubbidiente all’invito, ti renderò la mia mano, accogli il mio cuore contrito e portalo a Dio piano piano. Allora sebben le mie mani sian vuote, sian stanche e pesanti, guardandole tue dirai: “Così son le mani dei santi!”