Come prepararsi alla Santa Comunione: quello che dice Gesù
Così risponde Gesù: «Esamina attentamente la tua coscienza e purificala fin dove t’è possibile, con una sincera contrizione e un’umile confessione: così che nessun peso rimanga a opprimerla e a turbarla col rimorso, impedendoti di salire l’altare di Dio con anima del tutto libera. Prova dolore di tutti i tuoi peccati, in generale, ma soprattutto delle tue mancanze d’ogni giorno. Rattristati e pèntiti di essere ancora così carnale e terreno, così poco capace di mortificare le tue passioni, così pieno di impulsi verso il piacere, così poco vigile sui tuoi sensi, così spesso impigliato in tante vane fantasie; così incline alle cose di questo mondo, e così negligente nelle cose dell’anima; così facile a ridére, a perdere il freno di te stesso, e così difficile a pentirti e a provar dolore dei tuoi peccati; così pronto a tutto ciò che è raffinatezza e comodità, e così pigro in ciò che richiede rigore e fervore; così curioso di conoscere novità e vedere cose belle, e così restio ad abbracciare ciò che è umile e disprezzato; così desideroso di possedere, così avaro nel dare, così tenace nel conservare; così leggero nel parlare, così incapace di tacere, così scomposto nei costumi e così inopportuno negli atti; così ingordo nel mangiare, così sordo alla Parola di Dio; così pronto nell’accettare il riposo, e così lento, invece, nel sottometterti alla fatica; così capace di resistere al sonno, quando si tratta di passar tempo in chiacchiere, e così addormentato, invece quando c’è da vigilare in preghiera: così desideroso, allora, di arrivar presto alla fine, così svagato nell’attendervi, così arido nel comunicarti, così facilmente distratto, così di rado pienamente raccolto, così facile all’ira, a offendere il prossimo, a giudicarlo, a rimproverarlo; così contento quando tutto ti va bene, così afflitto per ogni avversità; così facile ai buoni propositi e così incapace di mantenerli.
Dopo aver confessato e deplorato con dolore e con grande dispiacere della tua debolezza questi e altri tuoi peccati, fa il proposito fermo di sempre migliorare la tua vita. Poi, con pieno abbandono e volontà perfetta, offri te stesso in onor mio sull’altare del tuo cuore, come olocausto perpetuo, cioè affida il tuo corpo e la tua anima a Me senza rincrescimento, per essere degno di ricevere il sacramento salutare del mio Corpo.
Non c’è infatti offerta più giusta, né soddisfazione maggiore, perché siano cancellate le vostre colpe, dell’offerta pura e intera di voi stessi, insieme con l’offerta del Corpo di Cristo, nella Messa e nella Comunione. Se tu farai tutto questo con tutte le tue forze, se ti pentirai sinceramente, ogni volta che t’accosterai a Me per avere perdono e grazia, sappi che io non voglio la morte dell’empio, ma voglio invece che l’empio si converta e viva, e che di tutti i suoi peccati io non serberò alcun ricordo, perché tutti gli saranno rimessi» (tratto da “L’imitazione di Cristo”, libro IV, Cap. 7).
Quindici minuti in preghiera per ringraziare della Santa Comunione (Meditazioni dettate da Gesù ad un’anima; tratto da: “Ringraziamento alla Santa Comunione” di padre Paolo Maria Pia Zanetti. Mio Dio e mio tutto. «O anima che mi hai ricevuto, fatta a mia Immagine, voluta come figlia, amata come amica e sposa, sapessi quale desiderio sta continuamente in Me di essere Cibo che ti sfama, Acqua viva che ti disseta. Oh, se tu conoscessi il dono di Dio e chi è Colui che hai ricevuto, e con quale amore è venuto in te, il tuo cuore si sentirebbe consumare d’amore! Pensa: SONO IO IL TUO DIO, L ‘ONNIPOTENTE, L’INFINITO, LA MAESTA ALTISSIMA dinanzi alla quale le schiere angeliche si coprono il volto, vedendo la loro indegnità di guardarmi, SONO IO L ‘AMORE INCREATO CHE MAIA VRÀ FINE, eppure, Io brucio dal desiderio di consumarmi in te, perché tu sia un altro Me stesso. Ah, quale amore ti porto!
Pensa che mi sono fatto uomo uguale a te, per salvarti, per rivelarti la mia Vita Divina, quella che Io vivo presso il Padre: vita di amore, di luce sempiterna. Pensa che mi sono fatto uomo come te, per soffrire come te, anzi per prendere le tue sofferenze, i tuoi dolori, le tue debolezze, tutto il fardello dei tuoi peccati, perché tu avessi la gioia, la vita di Grazia che è vita immortale. Medita sulla mia amorosa Passione e pensa come non ho esitato ad essere tutto lacerato nel corpo, tutto devastato e consumato nell’anima, con lo Spirito immerso nelle tenebre più fitte e orrende, tanto da arrivare a dire: DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO? Era la morte più orrenda, la più ignominiosa, che mai avrà l’eguale. Tutto questo Io l’ho affrontato per te, perché il tuo spirito godesse della mia Luce che illumina per l’eternità; perché la tua anima fosse ricolma di tutti i miei tesori di sapienza e di scienza; DEL DONO PER ECCELLENZA CHE E’ LO SPIRITO SANTO, IL CONSOLATORE; perché il tuo corpo, divenuto così, tempio di questa Luce Beatissima, POTESSE RISORGERE ALLA FINE DEI TEMPI.
Dimmi, vi può essere Amore più grande di questo? No, non ve ne è, te lo dico Io, IL TUO DIO. E’ per questo che ti dico: Adagiati nel mio Cuore Eucaristico, che hai or ora ricevuto (l’Ostia Santa) e riposati nel mio amore, NON ANDARTENE SUBITO, TI PREGO, IO IL TUO DIO, TI CHIEDO L’ELEMOSINA DI UN QUARTO D’ORA, se proprio non puoi darmi di più, ma non per guadagno, bensì per il solo amore infuocato che ti porto e che voglio imprimere anche nel tuo cuore. Perciò ti dico: Amami, con tutto il cuore, con tutta la tua mente; solo così sarà un amore totale, adeguato al mio che mi ha portato a consumarmi per te! CONSUMMATUM EST!