Come san Girolamo affrontò la sua rabbia eccessiva
Si sapeva che san Girolamo si scagliava contro le persone e sputava commenti rabbiosi, ma fu il suo pentimento a salvarlo.
La rabbia è un sentimento e di per sé non è peccaminoso. È anche possibile che la rabbia possa spronarci a fare qualcosa di eroico e difendere coloro che vengono perseguitati.
Tuttavia, è molto più facile lasciare che la rabbia ci consumi, e quindi le nostre parole non riflettono più la nostra fede cristiana.
San Girolamo lo sapeva fin troppo bene, poiché era noto per la sua rabbia eccessiva. Non era orgoglioso della sua rabbia e spesso si rammaricava delle sue parole subito dopo averle pronunciate.
Le azioni della gente potevano facilmente innescarlo e le sue discussioni con altri studiosi non erano belle.
Perché allora san Girolamo è stato canonizzato come santo , se era una persona così arrabbiata, ampiamente conosciuta per le sue parole offensive?
Papa Sisto V passò davanti a un dipinto di San Girolamo con in mano una roccia e commentò: ” Fai bene a portare quella pietra, perché senza di essa la Chiesa non ti avrebbe mai canonizzato “.
Sisto si riferiva a una pratica di San Girolamo di picchiarsi con una pietra ogni volta che era tentato, o in riparazione dei suoi peccati. Sapeva di non essere perfetto e avrebbe digiunato, pregato e gridato spesso a Dio per chiedere misericordia.
Trovandomi per così dire abbandonato al potere di questo nemico, mi sono gettata in spirito ai piedi di Gesù, bagnandoli con le mie lacrime, e ho domato la mia carne digiunando intere settimane. Non mi vergogno di rivelare le mie tentazioni, ma mi addolora il fatto che ora non sono più quello che ero. Spesso univo intere notti ai giorni, piangendo, sospirando e battendomi il petto finché non tornava la calma desiderata. Temevo la cella stessa in cui vivevo, perché era testimone dei cattivi suggerimenti del mio nemico: ed essendo arrabbiato e armato con severità contro me stesso, andavo da solo nelle parti più segrete del deserto e una valle profonda o una roccia scoscesa, quello era il luogo della mia preghiera, lì ho gettato questo miserabile sacco del mio corpo.
Oltre a questi tormenti fisici che si infliggeva, si dedicava anche allo studio dell’ebraico , per sedare le tante tentazioni che lo avrebbero assalito.
Quando la mia anima era in fiamme con cattivi pensieri , per poter sottomettere la mia carne, sono diventato uno studioso di un monaco che era stato ebreo, per imparare da lui l’alfabeto ebraico.
San Girolamo avrebbe lottato con la rabbia per il resto della sua vita, ma ogni volta che cadeva, gridava a Dio e faceva tutto il possibile per migliorare la sua parola.
Possiamo imparare dall’esempio di san Girolamo ed esaminare la nostra vita, soprattutto se siamo inclini all’ira. Ci pentiamo di questa rabbia che ferisce gli altri? O siamo orgogliosi, non disposti ad ammettere di aver commesso un errore?
Ciò che ci separa dai santi non sono i nostri errori , ma la nostra capacità di chiedere perdono a Dio e agli altri . Se lo facciamo, abbiamo molto di più in comune con i santi che potremmo aspettarci