Devozione a Gesù: la potenza del suo nome
Trascorsi « otto giorni, quando si circoncise il Bambino, gli fu dato nome Gesù, come aveva indicato l’Angelo prima che fosse concepito». (Lc. 2,21).
Questo episodio evangelico vuole insegnarci l’obbedienza, la mortificazione e la crocifissione della carne corrotta. Il Verbo ricevette il Nome di Gesù nome glorioso, sul quale S. Tommaso ha sì mirabili parole: «La potenza del Nome di Gesù è grande, è multipla. è un rifugio per i penitenti, un sollievo per i malati, un aiuto nella lotta, nostro appoggio nella preghiera, perché ci ottiene il perdono dei peccati, la grazia della salute dell’anima, la vittoria contro le tentazioni, la potenza e la fiducia di ottenere la salvezza».
La devozione al SS. Nome di Gesù è presente già agli inizi dell’Ordine domenicano. Il B. Giordano di Sassonia, primo successore del S. Padre Domenico, compose una particolare «salutatione» formata da cinque salmi, ognuno dei quali inizia con le cinque lettere del nome JESUS.
Riporta il P Domenico Marchese nel suo «Sacro Diario Domenicano» (vol. I, anno 1668) che il Lopez, vescovo di Monopoli, affermava nelle sue «Cronache» come la devozione al Nome di Gesù avesse i suoi inizi nella Chiesa Greca ad opera di S. Giovanni Crisostomo, il quale avrebbe fondato una «confraternita» per estirpare dal
popolo il vizio della bestemmia e del giuramento. Tutto questo però non trova conferme storiche. Si può invece ben affermare che la devozione al Nome di Gesù nella Chiesa Latina, in modo ufficiale ed universale, ha le sue origini proprio nell’Ordine Domenicano. Infatti nel 1274, anno del Concilio di Lione, Papa Gregorio X emanò una Bolla, in data 21 settembre, diretta al P Maestro Generale dei Domenicani, allora il B. Giovanni da Vercelli, con la quale affidava ai Padri di S. Domenico l’incarico di propagare tra i fedeli, mediante la predicazione, l’amore verso il SS. Nome di Gesù e manifestare anche questa interiore devozione con l’inclinazione del capo nel pronunziare il S. Nome, uso che poi passò nel cerimoniale dell’Ordine.
I Padri Domenicani si adoperarono con ardore, mediante gli scritti e la parola, ad attuare la santa esortazione del Pontefice. Da allora, in ogni chiesa domenicana, si eresse un altare dedicato al Nome di Gesù nella scena della Circoncisione, presso cui i fedeli si raccoglievano in ossequio o in riparazione delle offese fatte al SS. Nome, secondo le circostanze o l’esortazione che suggerivano loro i Padri domenicani.
La prima «Confraternita del SS. Nome di Gesù» fu fondata a Lisbona in Portogallo in seguito ad un particolare prodigio. Nel 1432 il Regno portoghese fu afflitto da una crudelissima peste mietendo numerosissime vite umane. Fu allora che il Padre domenicano Andrea Diaz indisse solenne celebrazioni all’altare dedicato al SS. Nome di Gesù del Convento di Lisbona, perché il Signore volesse porre fine a tale micidiale morbo. Era il 20 novembre quando il Padre, dopo un infiammato sermone, benedisse l’acqua nel Nome di Gesù, invitando i fedeli a prenderne e a bagnare con l’acqua coloro che erano colpiti dalla peste. Chiunque fu toccato da quell’acqua fu immediatamente guarito. La notizia si sparse ovunque si che fu un accorrere continuo di tutti al convento domenicano desiderosi di essere bagnati da quell’acqua benedetta. Non si era giunti a Natale che il Portogallo fu miracolosamente libero dalla peste. Frattanto alcuni più ferventi si strinsero «La potenza del Nome di Gesù è grande, è multipla. è un rifugio per i penitenti, un sollievo per i malati, un aiuto nella lotta, nostro appoggio nella preghiera, perché ci ottiene il perdono dei peccati, la grazia della salute dell’anima, la vittoria contro le tentazioni, la potenza e la fiducia di ottenere la salvezza».