Devozione a Gesù: offerta della nostra sofferenza
Offerta della sofferenza
(Cardinale Angelo Comastri)
O Signore Gesù, nel giorno luminoso di Pasqua Tu mostrasti agli apostoli il segno dei chiodi nelle Tue mani e la ferita nel Tuo costato.
Anche noi, o Divino crocifisso, portiamo nel nostro corpo i segni vivi della passione.
In Te, vincitore del dolore con l’amore, noi crediamo che la Croce è grazia: è un dono e una potenza di salvezza per spingere il mondo verso la festa, verso la Pasqua dei figli di Dio.
Per questo oggi, abbracciati a Maria nostra Madre e abbandonati al soffio dello Spirito Santo, con Te, o Gesù, Salvatore del mondo, noi offriamo al Padre tutte le nostre sofferenze e Gli chiediamo, nel Tuo Nome e per i Tuoi Santi meriti, di concederci la grazia di cui tanto abbiamo bisogno:
….(esprimere la grazia che si chiede)
PREZIOSITA’ DELLA SOFFERENZA
La sofferenza è fonte di meriti. E’ una mistica moneta, che possiamo utilizzare per noi e per il prossimo. Quando un’anima offre a Dio la propria sofferenza per il vantaggio altrui, non ne perde, anzi fa doppio guadagno, perchè vi aggiunge il merito della carità. I Santi comprendevano il valore del patire e sapevano sfruttarlo. Le pene che la Provvidenza ci riserva, siano dunque bene impiegate. – Si salvano più anime con la sofferenza, offerta a Dio con amore, che con lunghe prediche! – così scriveva il Fiore del Carmelo Santa Teresina di Lisieux. Quante anime portò a Dio Santa Teresa soffrendo ed amando, pur trascorrendo gli anni nella solitudine di un chiostro.
SOFFRIRE ED OFFRIRE
La sofferenza è per tutti; ci rende simili a Gesù Crocifisso. Beate le anime che, soffrendo, sanno tesoreggiare del gran dono della sofferenza! Essa è l’ascensore che conduce all’amore divino. Bisogna saper vivere presso la Croce; le anime sofferenti sono la gioia di Gesù e sono anche le sue predilette, perchè rese degne di accostare le labbra al Calice del Getsemani. Non basta, di per sè, soffrire; bisogna offrire. Chi soffre e non offre, spreca il dolore.
Pratica: Utilizzare tutte le sofferenze, anche le piccole, specialmente se di ordine spirituale, offrendole all’Eterno Padre in unione alle sofferenze di Gesù e della Vergine per i peccatori più ostinati e per i moribondi della giornata.
Giaculatoria: Gesù, Maria, datemi la fortezza nel dolore