Devozione ai sette dolori di Maria: le preghiere dettate dalla Madonna
La Madonna ha invitato suor Amalia alla meditazione su ciascuno dei suoi sette dolori affinché la commozione suscitata dagli stessi nel cuore di ciascuno possa accrescere le virtù e la pratica del bene.
Così la Vergine stessa ha proposto alla religiosa questi misteri di dolore:
«1° dolore – La presentazione di mio Figlio nel tempio
In questo primo dolore vediamo come il mio cuore fu trapassato da una spada quando Simeone profetizzò che mio Figlio sarebbe stato la salvezza per molti, ma anche la rovina per altri. La virtù che potrete apprendere attraverso questo dolore è quella della santa obbedienza ai vostri superiori, perché essi sono strumenti di Dio. Sin dall’istante in cui seppi che una spada mi avrebbe trafitto l’anima, sperimentai sempre un gran dolore. Rivolta al cielo dissi: “In voi confido”. Chi confida in Dio non sarà mai confuso. Nelle vostre pene e nelle vostre angustie confidate in Dio e non vi pentirete mai di questa confidenza. Quando l’obbedienza impone che voi sopportiate qualche sacrificio, confidando in Dio, a lui dedicate i vostri dolori e le vostre apprensioni, soffrendo di buon grado in suo amore. Obbedite, non per motivi umani ma per amore di Colui che per vostro amore si fece obbediente sino alla morte in croce.
2° dolore – La fuga in Egitto
Amati figli, quando fuggimmo fino in Egitto, provai un gran dolore nel sapere che volevano uccidere il mio caro Figlio, colui che portava la salvezza. Non mi afflissero tanto le difficoltà in terra straniera, quanto sapere che mio Figlio, innocente, era perseguitato perché era il Redentore.
Care anime, quanto soffrii durante quest’esilio. Però tutto sopportai con amore e santa allegria perché Dio aveva fatto di me la cooperatrice per la salvezza delle anime. Se fui obbligata a quell’esilio fu per proteggere mio Figlio, soffrendo prove per Colui che un giorno sarebbe divenuto la chiave per la dimora della pace. Un giorno queste pene saranno convertite in sorrisi e in sostegno perle anime perché Egli aprirà le porte del cielo.
Miei amati, nelle maggiori prove si può essere allegri quando si soffre per fare piacere a Dio e per suo amore. In terra straniera io gioivo di poter soffrire con Gesù, il mio adorato figlio.
Nella santa amicizia di Gesù e soffrendo tutto per suo amore, non si può patire senza santificarsi. Immersi nel dolore soffrono gli infelici, quelli che vivono lontani da Dio, quelli che non gli sono amici. Poveri infelici, si consegnano alla disperazione perché non hanno il conforto dell’amicizia divina che dona all’anima tanta pace e tanta fiducia. Anime che accettate le vostre pene per amore di Dio, esultate in allegria perché grande e la vostra ricompensa nell’assomigliare a Gesù crocifisso che tanto soffri per amore delle vostre anime.
Si rallegrino tutti quelli che, come me, sono chiamati lontani dalla loro patria per difendere Gesù. Grande sarà la loro ricompensa per il si pronunciato per assecondare la volontà di Dio.
Care anime, avanti! Imparate da me a non misurare i sacrifici quando si tratta della gloria e degli interessi di Gesù, che pure non misurò i suoi sacrifici per aprirvi le porte della dimora della pace.
3° dolore – Perdita del Bambino Gesù
Amati figli, cercate di capire questo mio immenso dolore, quando persi per tre giorni il mio adorato Figlio.
Sapevo che mio figlio era il Messia promesso, come pensavo allora di dare a Dio il tesoro che mi era stato consegnato? Tanto dolore e tanta agonia, senza la speranza di incontrarlo!
Quando lo incontrai nel tempio, in mezzo ai dottori, io gli dissi che mi aveva lasciato tre giorni in afflizione, ed ecco quello che mi rispose: “Io venni al mondo per badare agli interessi di mio Padre, che è in cielo”.
A questa risposta del tenero Gesù, ammutolii, e io, sua madre, da quell’istante capii, lo dovevo restituire alla sua missione redentrice, soffrendo per la redenzione del genere umano.
Anime che soffrite, imparate da questo mio dolore a sottomettervi alla volontà di Dio, come molte volte ci è chiesto a beneficio di uno dei nostri cari.
Gesù mi lasciò per tre giorni in grande angoscia a vostro beneficio. Imparate con me a soffrire e a preferire la volontà di Dio alla vostra. Madri che piangerete quando vedrete i vostri generosi figli ascoltare il lamento divino, imparate con me a sacrificare il vostro amore naturale. Se i vostri figli saranno chiamati per lavorare nella vigna del Signore, non soffocate una cosi nobile aspirazione, come è la vocazione religiosa. Madri e padri dei consacrati, anche se il vostro cuore sanguina di dolore, lasciateli partire, lasciateli corrispondere ai disegni di Dio che usa con essi tanta predilezione. Padri che soffrite, offrite a Dio il dolore della separazione, affinché i vostri figli che furono chiamati possano essere proprio dei buoni figli di Colui che ci chiamò. Ricordatevi che i vostri figli appartengono a Dio, non a voi. Dovete elevarvi per servire e amare Dio in questo mondo, cosi un giorno in cielo lo loderete per tutta l’eternità.
Poveri quelli che vogliono legare i loro figli, soffocandone le vocazioni! I padri che cosi si comporteranno, potrebbero condurre i loro figli alla perdizione eterna, nel qual caso dovranno renderne conto a Dio nell’ultimo giorno. Invece, proteggendo le loro vocazioni, seguendo un fine cosi nobile, che bella ricompensa riceveranno questi padri fortunati! E voi, figli prediletti che siete chiamati da Dio, procedete come Gesù fece con me. In primo luogo obbedendo alla volontà di Dio, che vi chiamò per abitare nella sua casa, dicendo: “Chi ama suo padre e sua madre più di me non mi è degno”. Vigilate, affinché un amore naturale non impedisca di corrispondere alla chiamata divina!
Anime elette che foste chiamate e sacrificaste i vostri affetti più cari e la vostra stessa volontà per servire Dio, grande sarà la vostra ricompensa. Avanti! Siate generosi in tutto e vantatevi di Dio per essere stati scelti per un fine cosi nobile.
Voi che piangete, padri, fratelli, rallegratevi perché le vostre lacrime un giorno si convertiranno in perle, come si convertirono le mie a favore dell’umanità.
4° dolore – Doloroso incontro sul cammino del Calvario
Amati figli, cercate di vedere se c’e un dolore paragonabile al mio quando, sulla via del Calvario, incontrai il mio divino Figlio caricato di una pesante croce e insultato quasi fosse un criminale.
‘E’ stabilito che il Figlio di Dio sia torturato per aprire le porte della dimora della pace”. Mi ricordai di queste sue parole e accettai la volontà dell’Altissimo, che sempre fu la mia forza, specie in ore cosi crudeli come questa.
Nell’incontrarlo, i suoi occhi mi guardarono fissamente e mi fecero comprendere il dolore della sua anima. Non poterono dirmi alcuna parola, ma mi fecero ugualmente comprendere che era necessario che mi unissi al suo grande dolore. Amati miei, l’unione del nostro grande dolore in quell’incontro è stata la forza di tanti martiri e di tante madri afflitte!
Anime che temete il sacrificio, imparate da questo incontro a sottomettervi alla volontà di Dio come io e mio Figlio abbiamo fatto. Imparate a tacere nelle vostre sofferenze.
In silenzio, depositammo in noi il nostro dolore immenso per donarvi una ricchezza immensurabile! Le vostre anime sentano l’efficacia di questa ricchezza nell’ora in cui, abbattute dal dolore, ricorreranno a me, facendo la meditazione di questo dolorosissimo incontro. Il valore del nostro silenzio si convertirà in forza per le anime afflitte, quando nelle ore difficili sapranno ricorrere alla meditazione di questo dolore.
Amati figli, com’è prezioso il silenzio nei momenti di sofferenza! Ci sono anime che non sopportano un dolore fisico, una tortura dell’anima in silenzio; lo vogliono esternare affinché tutti lo possano testimoniare. Mio Figlio e io tutto sopportammo in silenzio per amore di Dio!
Anime care, il dolore umilia ed e nella santa umiltà che Dio edifica. Senza umiltà lavorerete invano, giacché il vostro dolore p necessario per la vostra santificazione.
Imparate a soffrire in silenzio, cosi come io e Gesù soffrimmo in questo doloroso incontro sulla via del Calvario.
5° dolore – Ai piedi della croce
Amati figli, nella meditazione di questo mio dolore le vostre anime troveranno consolazione e forza contro le mille tentazioni e difficoltà incontrate, imparando a essere forti in tutte le battaglie della vostra vita.
Come me ai piedi della croce, assistendo alla morte di Gesù con la mia anima e il mio cuore trapassati dai più crudeli dolori.
Non scandalizzatevi come fecero i giudei. Essi dicevano: “Se egli è Dio, perché non scende dalla croce e si libera da se?” Poveri giudei, ignoranti gli uni, in malafede gli altri, non volevano credere che egli era il Messia. Non potevano comprendere che un Dio si umiliasse tanto e che la sua divina dottrina inchiodava l’umiltà. Gesù doveva dare l’esempio, affinché i suoi figli trovassero la forza di praticare una virtù che costa loro tanto in questo mondo, nelle cui vene scorre l’eredità dell’orgoglio. Infelici coloro che, a imitazione di quelli che crocifissero Gesù, non sanno oggi umiliarsi.
Dopo tre ore di tormentata agonia il mio adorabile Figlio morì, gettando la mia anima nella più totale oscurità. Senza dubitare un solo istante, accettai la volontà di Dio e nel mio doloroso silenzio consegnai al Padre il mio immenso dolore, chiedendo, come Gesù, perdono per i criminali.
Frattanto, cosa mi confortò in quell’ora angosciosa? Fare la volontà di Dio fu il mio conforto. Sapere che il cielo era stato aperto per tutti i figli fu la mia consolazione. Perché pure io, sul calvario, ero stata provata con l’assenza di ogni consolazione.
Amati figli. Soffrire in unione con le sofferenze di Gesù dona consolazione; soffrire per aver fatto il bene in questo mondo, ricevendo disprezzo e umiliazione, dona forza.
Che gloria per le vostre anime se un giorno, per amare Dio con tutto il vostro cuore, sarete anche voi perseguitati!
Imparate a meditare molte volte su questo mio dolore perché ciò vi darà la forza di essere umili: virtù amata da Dio e dagli uomini di buona volontà.
6° dolore – Una lancia trapassa il cuore di Gesù, e poi… ricevetti il Suo Corpo inanimato
Amati figli, con l’anima immersa nel più profondo dolore, vidi Longino trapassare il cuore di mio Figlio senza poter dire parola. Versai molte lacrime… Solo Dio può comprendere il martirio che quell’ora suscitò nel mio cuore e nella mia anima!
Poi depositarono Gesù fra le mie braccia. Non candido e bello come a Betlemme … Morto e piagato, tanto che sembrava più un lebbroso che quell’adorabile e incantevole bambino che tante volte strinsi al mio cuore.
Amati figli, se io soffersi tanto, non sarete voi capaci di accettare le vostre sofferenze?
Perché, allora, non ricorrete alla mia confidenza, dimenticando che io davanti all’Altissimo ho tanto valore?
Poiché molto soffrii ai piedi della croce, molto mi fu dato. Se non avessi sofferto tanto, non avrei ricevuto nelle mie mani i tesori del paradiso.
Il dolore di vedere trafiggere con la lancia il cuore di Gesù mi conferi il potere di introdurre, in quell’amabile cuore, tutti coloro che a me ricorrono. Venite a me, perché io posso collocarvi nel cuore santissimo di Gesù crocifisso, dimora dell’amore e dell’eterna felicità!
La sofferenza è sempre un bene per l’anima. Anime che soffrite, gioite con me che fui la seconda martire del Calvario! La mia anima e il mio cuore furono, infatti, partecipi dei supplizi del Salvatore, in conformità alla volontà dell’Altissimo per riparare il peccato della prima donna. Gesù fu il nuovo Adamo e io la nuova Eva, liberando cosi l’umanità dalla cattiveria nella quale si era immersa.
Per corrispondere adesso a tanto amore, abbiate molta fiducia in me, non vi affliggete nelle avversità della vita, al contrario, affidate a me tutte le vostre perplessità e tutti i vostri dolori perché io vi posso dare in abbondanza i tesori del cuore di Gesù.
Non dimenticate, figli miei, di meditare questo mio immenso dolore quando su di voi peserà la vostra croce. Troverete la forza di soffrire per amore di Gesù che pati sulla croce la più infame delle morti.
7° dolore – Gesù e sepolto
Amati figli, quanto dolore quando dovetti seppellire mio Figlio! A quanta umiliazione si sottopose mio Figlio, facendosi seppellire, lui che era lo stesso Dio! Per umiltà Gesù si sottomise alla propria sepoltura, per poi, glorioso, risuscitare dai morti.
Lo sapeva bene Gesù quanto io dovevo soffrire vedendolo sepolto, non risparmiandomi voleva che anch’ìo fossi partecipe della sua infinita umiliazione.
Anime che temete di essere umiliate, vedete come Dio amò l’umiliazione? Tanto che si lasciò seppellire nel santo tabernacolo, nascondendo la sua maestà e il suo splendore fino alla fine del mondo. In verità, cosa si vede nel tabernacolo? Appena un’ostia bianca e niente di più. Egli nasconde la sua magnificenza sotto la pasta bianca della specie del pane.
L’umiltà non abbassa l’uomo, perché Dio si umiliò sino alla sepoltura, non cessando di essere Dio.
Amati figli, se volete corrispondere all’amore di Gesù, mostrate di amarlo molto accettando le umiliazioni. Ciò vi purificherà da tutte le vostre imperfezioni, facendovi desiderare solo il paradiso.
Cari Figli, se vi ho presentato i miei sette dolori non e per vantarmi, ma solo per mostrarvi le virtù che si devono praticare per essere un giorno con me a fianco di Gesù. Riceverete la gloria immortale, che e la ricompensa per le anime che in questo mondo seppero morire a se, vivendo solo per Dio.
Vostra madre vi benedice e vi invita a meditare ripetutamente su queste parole dettate perché vi amo molto».