Devozione al Sacro Cuore nel mese di Giugno: giorno 25

25 giugno

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Invocazione. – Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!

Intenzione. – Pregare per ottenere la buona morte a noi ed ai nostri familiari.

LA BUONA MORTE

«Tu, salute dei viventi – Tu, speranza di chi muor! » – Con questa parola di fiducia le anime pie inneggiano al Cuore Eucaristico di Gesù. Realmente la devozione al Sacro Cuore, praticata come si deve è la caparra sicura della buona morte, avendo Gesù impegnata la sua parola ai suoi devoti con questa confortante promessa: Sarò il loro più sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte! –

La speranza è la prima a nascere e l’ultima a morire; il cuore umano vive di speranza; -ha bisogno però di una speranza forte, consistente, che diventi sicurezza. Le anime di buona volontà si aggrappano con fiducia illimitata all’àncora di salvezza, che è il Sacro Cuore, e nutrono la ferma speranza di fare una buona morte.

Morire bene vuol dire salvarsi eternamente; significa raggiungere l’ultimo e più importante fine della nostra creazione. Conviene, dunque, essere molto devoti del Sacro Cuore, per meritare la sua assistenza in morte.

Morremo certamente; è incerta l’ora della nostra fine; ignoriamo qual genere di morte la Provvidenza ci abbia preparato; è sicuro che grandi tribolazioni attendono coloro che stanno per lasciare il mondo, sia per il distacco dalla vita terrena e per lo sfacelo del corpo e sia, più che tutto, per il timore del divino giudizio.

Ma noi facciamoci coraggío! Il nostro Dívin Redentore con la sua morte in Croce ha meritato per tutti la buona morte; specialmente l’ha meritato per i devoti del suo Divin Cuore, proclamandosi loro rifugio in quell’ora estrema.

Chi è sul letto di morte, ha bisogno di forza particolare per sopportare con pazienza e con merito le sofferenze corporali e quelle morali. Gesù, che è Cuore delicatissimo, non lascia soli i suoi devoti e li assiste dando loro fortezza e pace interiore e fa come quel capitano che incoraggia e sostiene i suoi soldati durante la battaglia. Gesù non solo incoraggia, ma dà la forza proporzionata al bisogno del momento, perchè Egli è la fortezza personificata.

Il timore del prossimo giudizio divino potrebbe assalire, e spesso assale, coloro che stanno per morire. Ma che timore può avere l’anima devota del Sacro Cuore?… Teme il giudice che batte, dice San Gregorio Magno, colui che l’ha disprezzato. Ma chi onora in vita il Cuore di Gesù, deve bandire ogni timore, pensando: Ho da comparire davanti a Dio per essere giudicato e ricevere l’eterna sentenza. Il mio giudice è Gesù, quel Gesù, il cui Cuore ho riparato e consolato le tante volte; quel Gesù che mi ha promesso il Paradiso con le Comunioni dei Primi Venerdì…

I devoti del Sacro Cuore possono e devono sperare una morte serena; e se il ricordo di gravi colpe li assalisse, richiamino subito alla mente il Cuore Misericordioso di Gesù, che tutto perdona e dimentica.

Prepariamoci al passo supremo della nostra vita; ogni giorno sia una preparazione alla buona morte, onorando il Sacro Cuore e stando vigilanti.

I devoti del Sacro Cuore dovrebbero affezionarsi alla pia pratica, detta « Esercizio della buona morte ». Ogni mese dovrebbe disporsi l’anima a lasciare il mondo ed a presentarsi a Dio. Questo pio esercizio, detto anche « Ritiro Mensile », è praticato da tutte le persone consacrate, da chi milita nelle file dell’Azione Cattolica e da tante e tante altre anime; sia anche il distintivo di tutti i devoti del Sacro Cuore. Si seguano queste norme:

1. – Scegliere un giorno del mese, il più comodo, per attendere agli affari dell’anima, destinandovi quelle ore che si possono sottrarre alle quotidiane occupazioni.

2. – Si faccia una rivista accurata della coscienza, per vedere se si è distaccati dal peccato, se c’è qualche grave occasione di offendere Dio, come ci si accosta alla Confessione e si faccia una confessione come se fosse l’ultima della vita; la S. Comunione si riceva come Viatico.

3. – Si recitino le Preghiere della Buona Morte e si faccia un po’ di meditazione sui Novissimi. Si può compierlo da soli, ma è meglio farlo in compagnia di altri.

Oh, come è caro a Gesù il suddetto pio esercizio!

La pratica dei Nove Venerdì assicura il ben morire. Quantunque la Grande Promessa della buona morte Gesù l’abbia fatta direttamente a coloro che si comunicano bene per Nove Primi Venerdì consecutivi, si può sperare che indirettamente gioví anche ad altre anime.

Se nella propria famiglia ci fosse qualcuno che mai avesse fatto le nove Comunioni ad onore del Sacro Cuore e non avesse voglia di farle, supplisca qualche altro della sua famiglia; così una madre o una figliuola zelante potrebbero fare tante serie di Primi Venerdì, quanti sono i familiari che trascurano così bella pratica.

È da sperare che in tal modo almeno si assicuri la buona morte a tutti i propri cari. Questo eccellente atto di carità spirituale si può compiere anche a vantaggio di tanti altri peccatori, di cui si viene a conoscenza.

Morte invidiabile

Gesù permette che i suoi Ministri assistano a delle scene edificanti, affinchè possano narrarle ai fedeli e confermarli nel bene.

Lo scrivente riporta una scena commovente, che dopo anni ricorda con piacere. Spasimava sul letto di morte un padre di famiglia, quarantenne. Ogni giorno desiderava che io andassi al suo capezzale per assisterlo. Era devoto al S. Cuore e teneva vicino al letto un bel quadro, sul quale spesso posava lo sguardo, accompagnandolo con qualche invocazione.

Sapendo che il sofferente amava molto i fiori, glieli portavo con gioia; però mi diceva: Li metta davanti al Sacro Cuore! – Un giorno gliene portai uno tanto bello e molto profumato.

– Questo è per lei! – No; si dà a Gesù! – Ma per il Sacro Cuore ci sono gli altri fiori; questo è esclusivamente per lei, per odorarlo ed avere un po’ di sollievo. – No, Padre; mi privo anche di questo piacere. Anche questo fiore va al Sacro Cuore. – Quando credetti opportuno, gli amministrai l’Olio Santo e gli diedi la S. Comunione come Viatico. Frattanto la madre, la sposa ed i quattro figlioletti erano lì ad assistere. D’ordinario sono angosciosi questi momenti per i familiari e più che tutto per il moribondo.

All’improvviso il povero uomo diede in uno scoppio di pianto. Pensai: Chi sa che strazio avrà nel cuore! – Si faccia coraggio, gli dissi. Perchè piange? – La risposta non la immaginavo: Piango per la grande gioia che sento nell’anima mia! … Mi sento felice!… –

Stare per lasciare il mondo, la madre, la sposa ed i bambini, avere tante sofferenze per la malattia, ed essere felice!… Chi dava tanta forza e gioia a quel moribondo? Il Sacro Cuore, che aveva onorato in vita, la cui immagine mirava con amore!

Mi fermai pensoso, fissando il morente, e sentii una santa invidia, per cui esclamai:

Fortunato uomo! Come la invidio! Potessi anch’io finire così la mia vita!… – Dopo breve tempo quel mio amico spirò.

Così muoiono i veri devoti del Sacro Cuore!

Fioretto. Promettere seriamente al Sacro Cuore di fare ogni mese il Ritiro Mensile e trovare qualche persona che ci faccia compagnia.

Giaculatoria. Cuore di Gesù, assistimi e sostienimi nell’ora della morte!