Devozione pratica del 25 Luglio
RIMEDI ALLA LANGUIDEZZA
1. Studiane l’origine. Non sempre lo stato di languidezza è peccaminoso; qualche volta è aridità di spirito, è prova di Dio, è notte oscura di umiliazione permessa dal Signore anche ai Santi come a S. Teresa, a Francesco di Sales, al B. Valfrè. Allora i rimedi sono: la pazienza, l’abbandono in Dio, la ubbidienza. L’anima geme, piange, sospira, supplica di morire piuttosto che disgiungersi dal suo Dio. E Dio si nasconde; ma intreccia per lei una ricca corona. Pensaci a suo tempo.
2. Nasce da superbia. Le più umilianti cadute sono permesse da Dio all’orgoglioso, al presuntuoso, che si preferisce agli altri e li disprezza, mentre attende alla pietà: S. Pietro ne è prova. Iddio nega al superbo le dolcezze, le consolazioni, il gusto della pietà. Essendo questa allora difficile e disgustosa, ne segue una nausea e poi il languore nelle cose di Dio. I rimedi sono: l’umiltà, la preghiera, la confidenza in Dio e un energico mutamento di vita. Questo non sarebbe per te una salutare medicina?
3. Deriva da trascuranza. Chi sa dire le conseguenze d’una scintilla, d’un mal passo, d’un cattivo istante? Una preghiera omessa, un’ispirazione non corrisposta, una passione non vinta, un’ora di dissipazione smoderata, quante anime portò alla tiepidezza, al peccato, all’Inferno! Se di qui nasce la tua languidezza, i rimedi sono; una buona Confessione, serie meditazioni, preghiera, ricorso a Maria SS., a S. Giuseppe, all’Angelo Custode. Ma fallo oggi che hai tempo…
PRATICA. — Innanzi al Crocifisso, recita le litanie dei Santi.