Disposto lo smantellamento immediato del luogo di culto della Madonna di Trevignano
Si conclude così la storia della Madonna di Trevignano, una vicenda piena di dubbi, di indagini e di misteri, che hanno diviso i fedeli e la popolazione locale per tanti mesi. Il luogo di culto al centro delle discussioni, dovrà infatti essere dismesso.
Dovranno essere rimossi tutti gli oggetti all’interno dell’area di culto, come panche, tavoli, la teca dove è custodita la Madonna ed ogni documento sulle presunte apparizioni. Il comune alle porte di Roma ha autorizzato la demolizione immediata con un’ordinanza del 18 Aprile 2023.
Si scrive così l’ultimo capitolo sui messaggi che la Madonna di Trevignano rilasciava alla sedicente veggente Gisella Cardia. In base alle ricerche dell’amministrazione comunale, tutte le opere attinenti al luogo di culto voluto dalla veggente sono abusive.
Le spese per la rimozione, che dovrà avvenire entro 90 giorni dall’ordinanza, saranno a carico dei responsabili dell’abuso e quindi dell’associazione facente capo a Cardia Gianni, marito della veggente, legale rappresentante dell’Associazione Madonna di Trevignano Ets.
L’associazione della Madonna di Trevignano costruita in modo abusivo
In base agli atti ecco un elenco di tutto ciò che dovrà essere smantellato:
- Manufatto in legno con tetto ricoperto in guaina.
- Teca di vetro con la statua della Madonna.
- Costruzione in legno contenente la statua.
- Strada brecciata.
- Panche in legno e metallo.
- Palizzate in legno e corde.
- Cartellonistiche indicanti aree di parcheggio e pedonali.
Agli uffici competenti non risultano documenti o permessi validi alla costruzione di tali opere, edificate per di più su un terreno la cui destinazione finale era quella di “paesaggio naturale agrario“. Quindi in assenza di ogni titolo, documento, permesso o sanatoria, tutto ciò che è stato costruito risulta abusivo e quindi da smantellare.
Le indagini condotte su Gisella Cardia, da parte di organi competenti e investigatori privati, hanno portato alla luce che le lacrime della Madonna fossero in realtà di origine animale, appartenenti più precisamente ad un maiale, che l’associazione era stato costruita tramite donazioni di ingenti somme da parte di fedeli che credevano nella veridicità dei fatti e delle parole della sedicente veggente. La veggente dopo la sparizione, ha fatto sapere tramite il suo avvocato che sarebbe tornata e che non lei non avrebbe mai truffato nessuno.
Ancora sono molti i punti su cui far luce e di certo si tornerà a parlare del caso della Madonna di Trevignano.