Don Gabriele Amorth: Catastrofi apocalittiche o trionfo di Maria?
Siamo tutti impegnati a preparare il grande Giubileo del 2000, sulla scia del programma predisposto dal S. Padre. Questo dovrebbe essere il nostro massimo impegno. Sembra invece che tanti siano sul piede d’allarme, per ascoltare le sirene di sventura. Non mancano proprio sedicenti veggenti e carismatici che ricevono messaggi dal cielo, con l’annuncio di immani catastrofi, o addirittura di una “venuta intermedia” di Cristo, di cui la Bibbia non parla e che gli insegnamenti del Vaticano II indirettamente giudicano impossibile (si legga la Dei Verbum n.4).
Sembra di essere tornati ai tempi di Paolo, quando i Tessalonicesi, così convinti dell’immediato avverarsi della parusia, si agitavano di qua e di là, senza più combinare niente di buono; e l’apostolo è intervenuto decisamente: quando sarà lo sa Iddio; voi intanto lavorate in pace e chi non lavora neppure mangi. O sembra di rivivere i tempi degli anni ’50, quando la gente si rivolgeva spaventata a padre Pio per chiedergli: “Sr. Lucia di Fatima ha detto di aprire il terzo segreto nel 1960. Che cosa avverrà dopo? Che cosa avverrà? E p.Pio si faceva serio e rispondeva: “Sapete che cosa avverrà dopo il 1960? Volete proprio saperlo?”. Le persone si stringevano a lui con le orecchie tese. E Padre Pio, serio serio: “Dopo il 1960 verrà il 1961”.
Questo non significa che non succeda niente. Chi ha gli occhi, vede bene quello che è già successo e quello che tuttora sta succedendo nel mondo. Ma non avviene nulla di ciò che predicono i profeti di sciagure. Sfortunati loro poi quando, e sono stati i più noti e i più ascoltati, hanno azzardato una data: 1982, 1985, entro il 1990… Non è accaduto nulla di quanto predicevano, ma la gente non toglie loro la fiducia: “Quando? Sicuramente entro il 2000”. Entro il 2000 è il nuovo cavallo vincente. Ricordo quello che mi fu riferito da persona molto vicina a Giovanni XXIII. Di fronte a tanti messaggi celesti che gli venivano riferiti, di cui molti diretti proprio a lui, ebbe a dire: “Mi sembra strano. Il Signore parla a tutti, ma a me, che sono il suo vicario, non dice nulla!”.
Quello che posso raccomandare ai nostri lettori è di usare il buon senso. Non mi dispiace che cinque su sei ragazzi di Medjugorje si siano sposati e abbiano figli: non pare proprio che siano in attesa dell’apocalisse. Se poi guardiamo a quanto ci è stato detto ed è degno di fiducia, noto tre previsioni. Don Bosco, nel famoso “sogno delle due colonne”, prevedeva un trionfo di Maria superiore a quello di Lepanto. San Massimiliano Kolbe diceva: “Vedrete la statua dell’Immacolata sulla cima del Cremlino”. A Fatima la Madonna ha assicurato: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. In queste tre profezie non trovo nulla di apocalittico, ma solo motivi per aprire il cuore alla speranza che il Cielo ci venga in aiuto e ci salvi dal caos in cui siamo già immersi fino al collo: nella vita di fede, nella vita civile e politica, negli orrori che riempiono i titoli dei giornali, nella perdita di ogni valore.
Non dimentichiamo che le profezie di sventura sono sicuramente false. Invito perciò i nostri lettori a guardare in alto, a guardare al futuro con la fiducia che la Mamma Celeste ci sta aiutando. Ringraziamola fin d’ora e prepariamoci con ogni impegno alla celebrazione del Giubileo, seguendo serenamente le indicazioni date dal Papa, il quale parla sempre di una Nuova Pentecoste della Chiesa.
Altre domande – Mi vengono proposte due domande, che vari lettori hanno inviato in seguito al mio articoletto pubblicato nel n° 133 di Eco. Cerco di rispondere nella brevità qui richiesta.
1. Che cosa vuol dire: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”?
Non c’è dubbio che si parla di un trionfo di Maria, ossia di una grande grazia da lei ottenuta a favore dell’umanità. Queste parole vengono illustrate dalle frasi che le seguono: la conversione della Russia e un periodo di pace per il mondo. Non credo sia possibile andare oltre, perché lo svolgimento dei fatti farà capire solo alla fine in che modo tali parole si attueranno. Non dimentichiamo che ciò che sta più a cuore alla Madonna è la conversione, la preghiera, che non si offenda più il Signore.
2. Se si conosce quando un profeta è vero e quando è falso soltanto dopo che si sono avverate o no le sue profezie, nel frattempo non bisogna credere a nessuno? Allora di tanti avvertimenti che leggiamo nella Bibbia stessa, ad opera di profeti, o di fatti preannunciati in varie apparizioni, che possono indurre al pentimento e farci evitare disastri, dobbiamo non tenerne conto? A che cosa servirebbero questi preavvisi del Cielo?
Il criterio suggerito dal Deuteronomio (18,21) corrisponde anche al criterio evangelico: dai frutti si conosce se una pianta è buona o cattiva (cf Lc 6,43-45). Ma allora non è proprio possibile capire qualcosa prima? Penso di sì, quando il messaggio proviene da una fonte di cui si è già provata la bontà, la credibilità, perché ha già dato quei frutti buoni in base ai quali si vede se una pianta è buona. Proprio la Bibbia ci presenta profeti, ben riconosciuti come tali (si pensi, ad esempio, a Mosé, a Elia), di cui ci si poteva fidare. E non dimentichiamo che il discernimento dei carismi spetta all’autorità ecclesiastica, come ha ricordato il Vaticano II (Lumen Gentium n.12).d.G.A. Conclusione – Questa cultura apocalittica, che si impone oggi quasi come una rivelazione nella rivelazione, dimenticando che non si può togliere né aggiungere nulla alla Parola di Dio (cf Dent 4,2; Apoc 22,18), diffonde continui allarmi limitati a castighi terrestri, ma non genera conversioni, né favorisce la crescita delle anime in una ordinata vita di impegno cristiano. Essa attecchisce in persone che non hanno sicure basi dottrinali, oppure coltivano solo un’idea miracolistica della fede e rincorrono soluzioni extra-ordinarie e traumatiche dei mali odierni. Da questa cultura ci ha già messo in guardia Gesù stesso: Molti diranno: eccolo qui, eccolo là; non vi credete (Mt 24,23). Tenetevi pronti perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate! (Lc 12,40). Queste previsioni catastrofiche sono in contrasto con il linguaggio della Chiesa, con la visione realistica ma serena del Papa e con i messaggi stessi di Medjugorje, sempre miranti al positivo! Anzi questi profeti di sventura, invece di rallegrarsi della clemenza e pazienza di Dio, che attende la conversione, sembrano dispiaciuti che non si realizzino, entro il tempo previsto, i mali minacciati. Come Giona, indispettito del perdono di Dio a Ninive, fino ad augurarsi la morte (Giona 3). Ma il peggio è che queste pseudorivelazioni finiscono per oscurare l’autorità assoluta della Parola di Dio, quasi che gli “illuminati” fossero solo quelli che credono in esse, mentre quelli che le ignorano o non vi credono, sarebbero “all’oscuro di tutto”. Ma la Parola di Dio ci ha già aperto gli occhi su tutto: Voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno (1 Tess 5,4-5).
Il terzo segreto di Fatima – Il card. Ratzinger ha tagliato corto con tutte le illazioni fatte sul terzo segreto di Fatima nell’80° anniversario dell’ultima apparizione (13 ott.): “Sono tutte fantasie”. Sullo stesso argomento l’anno scorso aveva detto: “La Vergine non fa sensazionalismo, non crea paure, non presenta visioni apocalittiche, ma guida gli uomini verso il Figlio” (vedi Eco 130 p.7). Anche mons.Capovilla, segretario di Papa Giovanni XXIII, racconta su La Stampa del 20.10.97 come reagì Papa Giovanni nel 1960 davanti alle quattro paginette scritte a mano da suor Lucia, fatte leggere anche ai più intimi collaboratori: le fece richiudere in una busta dicendo: “Non do nessun giudizio”. Lo stesso segretario aggiunge che “il segreto non contiene nessuna scadenza di tempi” e bolla come “fandonie” sia le versioni che parlano delle divisioni e deviazioni nella Chiesa dopo il Concilio, sia quelle che parlano di prossime catastrofi, che circolano da tempo. Vera catastrofe, sappiamo, è la dannazione eterna. Ogni tempo è buono per convertirsi ed entrare nella vita vera. I disastri che capitano e i mali stessi che gli uomini si procurano, servono alla loro purificazione e conversione, perché si salvino. Per chi sa leggere negli avvenimenti, tutto serve alla misericordia di Dio.