Giovanni Paolo II: da Fatima a Medjugorje, ecco cosa dice
Da Fatima… a Medjugorje
Sempre il 13 maggio 2000, durante l’ omelia della Messa di beatificazione di Francesco e Giacinta, Giovanni Paolo Il definisce alcuni aspetti importanti delle apparizioni di Fatima: «Il messaggio di Fatima è un richiamo alla conversione», ricorda. E ammonisce i figli della Chiesa di non stare al gioco del «drago», cioè il Maligno, «perché l’ultima meta dell’uomo è il Cielo» e «Dio vuole che nessuno si perda». Per questo preciso motivo, conclude, il Padre duemila anni fa ha inviato sulla terra suo Figlio.
La Madre celeste dunque si sarebbe manifestata in Portogallo per rivolgere i cuori degli uomini a Dio, e distoglierli dalle insidie di Satana. Due aspetti essenziali, come ormai sappiamo, anche della sua ventennale presenza a Medjugorje.
E non a caso, allora — fatto straordinario nella storia delle apparizioni mariane —, la Madonna qui avrebbe fatto un preciso riferimento ad altre apparizioni, a quelle di Fatima per l’appunto. Come testimonia Marija, la Madre celeste le avrebbe rivelato di venire a Medjugorje a «completare ciò che aveva incominciato a Fatima».
Da Fatima a Medjugorje si dipanerebbe, dunque, un filo teso per la Conversione dell’umanità. Il Papa stesso lo ha confermato, conversando con il vescovo slovacco Pavel Hnilica.
Ci sono almeno due aspetti in cui il legame Fatima-Medjugorje si fa evidente, e in entrambi i casi entra in gioco anche la figura dell’attuale Papa.
Il primo: in Portogallo Maria aveva annunciato la caduta del mondo nelle trame dei totalitarismi e aveva chiesto preghiere per la Russia. A Medjugorje la Madonna appare al di là della «cortina di ferro» e promette, fra le tante altre cose, che la Russia sarà il Paese dove la si onorerà di più. E Giovanni Paolo II consacra la Russia e il mondo al Cuore immacolato di Maria il 24 marzo 1984.
Secondo aspetto: la Madonna appare la prima volta a Medjugorje a poco più di un mese di distanza da quando il Papa, il «vescovo vestito di bianco cade come morto» in Piazza San Pietro. Lo fa non in un giorno qualsiasi, ma il 24 giugno 1981, nella festa di San Giovanni Battista, precursore di Cristo e profeta della conversione: anche Lei invita alla conversione e prepara i cuori all’accoglienza di suo Figlio Gesù.
Su queste considerazioni padre Livio Fanzaga ha impostato l’ampio saggio conclusivo di questo libro, sottolineando la cura di Maria per l’umanità in questa epoca travagliata.
Ma se Maria è un grande dono per l’umanità, lo è stato innanzitutto per la Chiesa, proteggendo il suo capo, il Papa. Nel corso delle prime apparizioni comunitarie di Medjugorje, riferendosi all’attentato del 13 maggio, la Vergine lo ammette apertamente ai veggenti: «I suoi nemici hanno cercato di ucciderlo, ma io l’ho difeso».
Strumento di Maria
« La Madonna salva il Papa e si serve del piano del Maligno per realizzare i suoi progetti di grazia lungamente preparati», osserva padre Livio Fanzaga. Anche dal male più assoluto, Dio può trarre un bene.
« In tutto questo lungo tempo» la Regina della pace non ha mai smesso di camminare a fianco del Papa, sottolinea ancora padre Livio, «parlando una lingua slava come lui, anticipando o accompagnando i suoi insegnamenti e facendo di lui lo strumento privilegiato del trionfo del suo Cuore immacolato».
Non è forse Giovanni Paolo II ad averle affidato il mondo? E con quali conseguenze epocali. Non è lui l’uomo che, a detta di commentatori anche non allineati, ha cambiato la storia del secolo appena concluso? E un dato certo che i suoi discorsi per un’umanità nuova, contro l’aborto, contro ogni sfruttamento e discriminazione, contro il cattivo uso della natura, contro il consumismo della globalizzazione capitalistica, contro ogni ideologia totalitaria e ogni relativismo hanno inciso le coscienze. E in chiave soprannaturale è difficile non collegare la sua testimonianza e la sua vita coi grandi fatti a cui abbiamo assistito, su tutti il crollo comunista nei Paesi dell’Est.
La Madonna l’ha protetto? È sicuro. Lei che a Fatima, nel 1917, apparendo a tre pastorelli, aveva predetto le sue sofferenze, gli ha dato sempre la forza di andare avanti, attraverso un attentato, malattie anche gravi, operazioni chirurgiche, nell’infaticabile adempimento dei suoi doveri quotidiani.
Da tutti questi indizi padre Livio è portato a credere che la lunghezza delle apparizioni di Medjugorje sia anche collegata all’analoga durata del pontificato di Giovanni Paolo II: «Mi piace pensare che la Vergine continuerà a manifestarsi almeno fino alla fine di questo pontificato». Una considerazione del tutto personale, precisa, ma che, nel paragrafo che segue, troverebbe la più autorevole conferma.
«Il mio adorato figlio che soffre»
In un messaggio commovente la Vergine di Medjugorje svela una sua iniziativa: questo Papa l’ho scelto io. E si dimostra preoccupata per la sua salute fisica.
Siamo nell’agosto del 1994, e Giovanni Paolo Il compie un viaggio apostolico in Croazia. La guerra arroventa i Balcani e, in verità, il Papa avrebbe voluto — fermamente — recarsi a Sarajevo, nella città assediata, per tentare di spezzare la spirale dell’odio. Ma non gli è stato permesso. Può comunque attraversare l’Adriatico verso lidi più tranquilli, da dove far risuonare il suo appello di pace.
Il 25 del mese, la Madonna, come sempre, dà il suo messaggio al mondo: «Cari figli, oggi sono vicina a voi in modo speciale, per prega re per il dono della presenza del mio amato figlio nel vostro Paese. Pregate figlioli per la salute del mio adorato figlio che soffre e che io ho scelto per questo tempo. Io prego e parlo con mio Figlio Gesù perché si realizzi il sogno dei vostri padri. Pregate figlioli in modo particolare perché Satana è forte e vuole distruggere la speranza nei vostri cuori. Vi benedico».
Lungo il corso del Pontificato non sono mancati altri riferimenti a Giovanni Paolo II, che riprendono il premuroso incoraggiamento che la Vergine gli aveva inviato, attraverso i veggenti, il 26 settembre 1982:
« Possa egli considerarsi il padre di tutti gli uomini, e non solo dei cristiani; possa egli annunciare instancabilmente e coraggiosamente il messaggio di pace e di amore tra gli uomini».