Il 2 Aprile il paradiso richiamò a se’ Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II, uno dei pontefici più amati e influenti nella storia della Chiesa cattolica, ha avuto una profonda e duratura relazione con la Madonna, che ha avuto origine fin dall’infanzia e ha segnato ogni fase della sua vita, sia personale che religiosa. Attraverso le testimonianze del suo stesso racconto e delle persone che lo hanno conosciuto, possiamo comprendere quanto questa devozione mariana abbia influenzato il suo pontificato e la sua spiritualità.
Giovanni Paolo II e il profondo legame con la Madonna
Fin dall’infanzia, Karol Wojtyla, conosciuto affettuosamente come Lolek, sviluppò un forte legame con la Madonna, seguendo l’esempio dei suoi genitori, in particolare di sua madre Emilia Kaczorowska. Crescendo in una famiglia credente a Wadowice, Karol fu testimone della profonda devozione dei suoi genitori per la Madonna, che si manifestava attraverso la preghiera del Santo Rosario e la partecipazione attiva alla vita della Chiesa.
Tuttavia, fu grazie all’incontro con il laico Jan Leopold Tyranowski che la devozione mariana di Karol crebbe ancora di più. Tyranowski, un uomo di straordinaria spiritualità, introdusse il giovane Karol a opere di spiritualità mariana e lo coinvolse in iniziative spirituali come il “Rosario Vivente“, che lo avrebbero influenzato per tutta la vita.
Questo legame con la Madonna si rafforzò ulteriormente durante gli anni del sacerdozio e dell’episcopato di Wojtyla, quando visitava spesso il santuario mariano di Kalwaria Zebrzydowska per pregare e riflettere sui problemi della chiesa e del mondo. È in questo contesto che nacque il suo motto “Totus Tuus“, ispirato al Trattato di San Luigi Maria Grignion de Montfort, che esprimeva il suo totale affidamento e consacrazione alla Madonna.
Durante il suo pontificato, San Giovanni Paolo II continuò a coltivare la sua relazione con la Madonna, manifestando una devozione speciale per la Madonna di Fatima e la Madonna Nera di Czestochowa. È noto che attribuì alla Madonna di Fatima il merito di averlo protetto dall’attentato del 1981, quando una pallottola gli fu sparata durante una celebrazione a Roma.