Il Papa ai giovani: Karol ci dice che le prove si superano “entrando in Cristo”
Videomessaggio di Papa Francesco ai giovani di Cracovia per i 100 anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II: “un dono di Dio alla Chiesa e alla Polonia”, appassionato della vita e affascinato “dal mistero di Dio, del mondo e dell’uomo”, e “un grande della misericordia”
Karol è stato un dono straordinario di Dio alla Chiesa e alla Polonia, un santo “segnato dalla passione per la vita e dal fascino per il mistero di Dio, del mondo e dell’uomo. E infine “un grande della misericordia” che ha ricordato a tutti che le prove della vita, e lui ne ha avute tante, si superano “solo basandosi sulla potenza di Cristo morto e Risorto”, “entrando in Lui” con tutta la propria vita.
Così Papa Francesco presenta ai giovani di Cracovia, che come tutti i giovani del mondo lui tanto amava, san Giovanni Paolo II, del quale oggi festeggiamo i cento anni dalla nascita. Lo fa in un videomessaggio in italiano, che sottotitolato viene trasmesso in Polonia alle 21 (ora italiana) dalla televisione statale TVP1.
Karol Wojtyla, i 100 anni spiegati ai ragazzi che non l’hanno conosciuto
Il ricordo della Gmg 2016 a Cracovia
Il Papa saluta i giovani polacchi ricordando la sua visita a Cracovia per la Gmg del 2016. E sottolinea subito che il pellegrinaggio terreno di Karol Wojtyla, “iniziato il 18 maggio 1920 a Wadowice e terminato 15 anni or sono a Roma, è stato segnato dalla passione per la vita e dal fascino per il mistero di Dio, del mondo e dell’uomo”.
Francesco ricorda il predecessore “come un grande della misericordia: penso all’Enciclica Dives in misericordia, alla canonizzazione di santa Faustina e all’istituzione della Domenica della Divina Misericordia”
Alla luce dell’amore misericordioso di Dio Lui coglieva la specificità e la bellezza della vocazione delle donne e degli uomini, capiva le necessità dei bambini, dei giovani e degli adulti, considerando anche i condizionamenti culturali e sociali. Tutti potevano sperimentarlo. Anche voi oggi potete sperimentarlo, conoscendo la sua vita e i suoi insegnamenti, disponibili a tutti anche grazie a internet.
Il Pontefice che il 27 aprile 2014, nel “giorno dei quattro Papi”, ha canonizzato Giovanni Paolo II insieme a Giovanni XXII, concebrante il Papa emerito Benedetto XVI, sottolinea poi come “l’amore e la cura per la famiglia” sia un tratto caratteristico del suo santo predecessore. “Il suo insegnamento – ricorda citando il suo messaggio al Convegno “Giovanni Paolo II, il Papa della famiglia”, tenuto nel 2019 a Roma – rappresenta un sicuro punto di riferimento per trovare soluzioni concrete alle difficoltà e alle sfide che le famiglie devono affrontare ai nostri giorni”.
Se, ricorda ai ragazzi Papa Francesco, “ognuno di voi porta l’impronta della propria famiglia, con le sue gioie e i suoi dolori”, i problemi personali e familiari “non sono un ostacolo sulla via della santità e della felicità”. Non lo sono stati neanche per il giovane Karol Wojtyła, che, sottolinea Francesco, “da ragazzo patì la perdita della madre, del fratello e del padre. Da studente sperimentò le atrocità del nazismo, che gli portò via tanti amici. Dopo la guerra, come sacerdote e vescovo dovette affrontare il comunismo ateo”.
Le difficoltà, anche dure, sono una prova della maturità e della fede; prova che si supera solo basandosi sulla potenza di Cristo morto e risorto. Giovanni Paolo II lo ha ricordato a tutta la Chiesa fin dalla sua prima Enciclica, Redemptor hominis.
E qui il Papa cita san Giovanni Paolo II nel documento dedicato a Cristo Redentore: “L’uomo che vuol comprendere sé stesso fino in fondo” deve, “con la sua inquietudine” anche “con la sua debolezza”, “con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in Lui con tutto sé stesso”.
Cari giovani, è questo che auguro ad ognuno di voi: di entrare in Cristo con tutta la vostra vita. E auspico che le celebrazioni del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II ispirino in voi il desiderio di camminare coraggiosamente con Gesù
Francesco conclude citando il suo discorso nella Veglia della Gmg di Cracovia, il 30 luglio 2016, per ricordare che Gesù è “il Signore del rischio, è il Signore del sempre ‘oltre’. Il Signore, come a Pentecoste, vuole realizzare uno dei più grandi miracoli che possiamo sperimentare: far sì che le tue mani, le mie mani, le nostre mani si trasformino in segni di riconciliazione, di comunione, di creazione. Egli vuole le tue mani, ragazzo e ragazza: vuole le tue mani per continuare a costruire il mondo di oggi”. Nelle ultime parole del videomessaggio, il Pontefice affida tutti i giovani all’intercessione di san Giovanni Paolo II, benedicendoli di cuore
Fonte vaticannews.va sito ufficiale del Vaticano