Ivan di Medjugorje: la Madonna ci dice dove vanno i giovani d’oggi
.Anche tu hai un compito particolare?
Insieme con il gruppo di preghiera, la missione che la Madonna mi ha affidato è quella di lavorare con e per i giovani. Pregare per i giovani significa anche avere un occhio per le famiglie e per i giovani sacerdoti e consacrati.
Dove vanno i giovani oggi?
E un grande tema questo. Ci sarebbe molto da dire, ma c’è molto di più da fare e da pregare. Il bisogno di cui la Madonna molte volte parla nei messaggi è quello di riportare la preghiera in seno alle famiglie. Occorrono famiglie sante. Molti invece si affacciano al matrimonio senza preparare le fondamenta della loro unione. La vita di oggi non è certo di aiuto, con le sue distrazioni, dovute ai ritmi di lavoro stressanti che non favoriscono la riflessione su che cosa si sta facendo, su dove si sta andando, o alle false promesse di un’esistenza facile a misura propria e del materialismo. Sono tutti questi specchietti per allodole esterni alla famiglia che finiscono per distruggerne molte, per spezzare i rapporti.
Purtroppo oggi le famiglie trovano nemici, anziché aiuto, anche nella scuola e nei compagni dei figli, o negli ambienti di lavoro dei genitori. Ecco alcuni agguerriti nemici della famiglia: la droga, l’alcol, molto spesso i giornali, la televisione e persino il cinema.
Come si può essere testimoni fra i giovani?
Testimoniare è un dovere, ma nel rispetto di chi si vuole raggiungere, nel rispetto dell’età e di come parla, di chi è e da dove viene. Alcune volte siamo presi dalla fretta, e finiamo per forzare le coscienze, rischiando di imporre agli altri la nostra visione delle cose. E invece dobbiamo imparare a essere dei buoni esempi e lasciare che la nostra proposta maturi piano piano. C’è un tempo prima della mietitura che va curato.
Un esempio mi riguarda direttamente. La Madonna ci invita a pregare tre ore al giorno: molti dicono «è molto», e anche tanti giovani, tanti nostri figli la pensano così. Io ho diviso questo tempo tra il mattino il mezzogiorno e la sera — includendo in questo tempo la Messa, il Rosa rio, la Sacra Scrittura e la meditazione — e sono giunto alla conclusione che non è molto.
Ma i miei figli possono pensarla diversamente, e possono ritenere la corona del Rosario un esercizio monotono. In questo caso, se voglio avvicinarli alla preghiera e a Maria, dovrò spiegare loro che cosa è il Rosario e, al tempo stesso, mostrare loro con la mia vita quanto per me è importante e salutare; ma eviterò di imporglielo, per aspettare che la preghiera cresca dentro di loro. E così, in principio, proporrò loro un diverso modo di pregare, ci affideremo ad altre formule, più consone al loro attuale stato di crescita, al loro modo di vivere e di pensare.
Perché nella preghiera, per loro e per noi, non è importante la quantità, se manca la qualità. Una preghiera di qualità unisce i membri di una famiglia, produce un’ adesione consapevole alla fede e a Dio.
Molti giovani si sentono soli, abbandonati, non amati: come aiutarli? Sì, è vero: il problema è la famiglia malata che genera figli malati. Ma la tua domanda non può essere liquidata in poche battute: un ragazzo che si droga è diverso da un ragazzo caduto in depressione; o un ragazzo depresso magari anche si droga. Ogni persona ha bisogno di essere avvicinata nel modo giusto e non c’è un’unica ricetta, eccezion fatta per la preghiera e l’amore che tu devi mettere nel tuo servizio a loro.