La Madonna della tre fontane: i prodigi del sole

LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE – I PRODIGI NEL SOLE

Abbiamo già osservato che in queste apparizioni è la Madonna stessa a prendere tutte le iniziative senza esserne richiesta. Ha a che fare con un adulto e con un tipo di quel genere, per cui si muove e parla in modo diretto, deciso, arrivando a quegli scopi per cui si è degnata apparirgli. Di solito quando lei appare lascia alcune prove, non solo per testimoniare l’autenticità della propria visita ma soprattutto per dimostrare il proprio amore e la propria grande misericordia per i suoi figli ancora in questa valle di lacrime. Alcune di queste prove sono le guarigioni. Guarigioni fisiche e soprattutto guarigioni spirituali. Come fece suo Figlio, che presentava come segni di realtà più profonde i miracoli che compiva a favore dei malati e dei disabili. Bruno, almeno per quello che sappiamo, non richiese segni. Non era il tipo. Fu la Madonna stessa a indicarglieli, di sua propria iniziativa, perché lei fu, anche su questa terra, una donna estremamente libera. I suoi « sì » non hanno mai richiesto prove. Fu Dio stesso a dargliele quando lo ritenne opportuno. I suoi rapporti con Dio, con il Figlio e con Giuseppe non furono condizionati da prove o da segnali di conferma. Come lei si sentiva libera, così rispettò la libertà di Dio, del Figlio e di Giuseppe.

Lei aveva intessuto e fondato il rapporto con essi sulla fiducia assoluta che proviene dall’amore, appunto. Ecco perché in più di una apparizione lei si dimostra dispiaciuta quando le si chiedono prove, le sue credenziali, in altre parole. Non si può dimenticare il suo disappunto dimostrato esplicitamente a una richiesta del genere nelle apparizioni di Banneux: «Credete in me e io crederò in voi». Sono parole che bruciano dentro e dovremmo sempre tenerle presenti. Comunque, lasciata completamente libera, è lei stessa a intervenire secondo il suo stile e quando lo ritiene necessario. Di prodigi ne compì molti alle Tre Fontane e continua a compierli, anche se in questa pubblicazione, come è nostro solito, non li riporteremo. Infatti la nostra linea fu sempre quella di muoverci soltanto sui binari della cronaca, dei messaggi e dei loro commenti. La nostra preoccupazione fu sempre quella di «leggere» questi eventi nella loro globalità, cercando di interpretare il senso profondo di ciò che la Madonna intese comunicarci. Perché spesso anche se lei si rivolge direttamente ai veggenti, questi sono intermediari che devono «passare» agli altri ciò hanno visto e udito, a parte ciò che è strettamente personale e che viene coperto dal «segreto». Il resto, per noi, è tutto un «di più» che abbiamo lasciato narrare agli altri, anche a costo di deludere molti, spesso più affascinati dagli eventi miracolosi che dal messaggio, il quale impegna sempre in modo personale. Se una apparizione è vera, autentica, tale la riteniamo, anche senza miracoli probatori. Personalmente, non sentiamo alcun bisogno di «prove» per credere. Ci basta l’attenzione approfondita e prudente all’evento in tutto il suo insieme. Per questo non ci siamo mai scandalizzati della vita dei veggenti.

L’ evento celeste, soprannaturale, la sorpassa sempre, comunque. E ci siamo sempre commossi nel riscontrare l’estrema libertà di Maria nello scegliersi i suoi messaggeri e che tra essi abbia voluto comprendere tutte le categorie, dato che non tutti i suoi figli sono buoni, perfetti o santi. Purtroppo siamo stati noi a pretendere di imporle determinati schemi di scelta, senza tenere conto della sua libertà e della misericordia divina. Infatti siamo convinti che nessuno meriti alcunché: tutto è grazia e solo grazia e quindi gratuità, al di là di alcuni aspetti particolari della vita dei veggenti che possono avere fatto inclinare verso di essi la preferenza. Ma nessuno può vantare alcun diritto.

Personalmente ci basta che la nostra Madre del Cielo sia venuta a trovarci e a rallegrarci con il suo sorriso, anche se a volte fra le lacrime, e che qualcuno l’abbia vista con i propri occhi e possa garantirci che è vero. Sempre, naturalmente, con la dovuta prudenza e saggezza, ma anche senza troppo pretendere approvazioni ufficiali e solenni, dato che le apparizioni rimangono sempre nel campo delle rivelazioni private e la Chiesa ce le propone da accogliere solo «per fede umana», quindi sulla parola dei veggenti e dal riscontro della legittima autorità, qualora lo ritenga necessario. Se poi accadono prodigi e guarigioni miracolose, ben vengano, soprattutto per aiutare la fede dei più deboli, ma noi siamo già contenti nel sapere che lei continua a essere con noi e che i nostri peccati e le nostre cattiverie non l’hanno ancora spinta ad abbandonarci. Precisato questo, accenniamo soltanto per dovere di cronaca ad alcuni prodigi che avvennero nel sole, anni dopo le prime apparizioni. Sono più o meno gli stessi che accaddero a Fatima e a Ghiaie di Bonate.

Il primo si verificò a trentatré anni esatti dalla prima apparizione e precisamente il 12 aprile 1980. Durante la concelebrazione eucaristica nella piazza antistante la grotta, esattamente al momento della consacrazione, il sole, visibile a occhi nudi, assunse vari colori, in particolare quelli del vestito della Vergine della Rivelazione e compì alcune evoluzioni. Sempre nel disco del sole si scorsero anche diverse figure di persone e di simboli. Ognuno li percepiva in modi diversi. Alcuni non videro nulla. Il prodigio durò trenta minuti circa, dalle 17,50 alle 18,20, ora legale. Questo fatto era già stato preannunciato dalla Madonna al veggente il 7 novembre 1979 mentre egli si trovava in preghiera alla grotta: «Alla grotta», gli disse, «farò un grande prodigio nel sole. Tu taci, non dirlo a nessuno». Da notare che per Bruno il prodigio ebbe inizio prima, verso le 15,30, durante la recita del rosario: «Ho dovuto fare un grandissimo sforzo», confessò Bruno a un giornalista, «per contenermi, per dominare l’emozione e la gioia che mi hanno assalito nel constatare che la Madonna manteneva la promessa fattami ben cinque mesi prima». «Il sole per lui», riferisce il giornalista, «ha interrotto il suo moto, il suo declino, è rimasto fermo sopra la grotta».

Ovviamente non si trattò di un blocco del sistema solare, bensì di un prodigio, di un fenomeno locale e riservato. Le testimonianze sono varie. Ne riproduciamo solo alcune come esempio. «Ho potuto guardare il sole a occhio nudo, nel suo interno c’era un cerchio luminoso che ruotava formando una M, coronata di stelle. Intorno al cerchio luminoso giravano aloni di luce che assumevano di volta in volta colori diversi». Una seconda testimonianza: «Il sole sembrava un globo liquefatto dai colori cangianti… A un certo momento, dentro il sole, vidi puntini fosforescenti che si disposero in modo da formare una M. La M restò visibile per diverso tempo, poi si trasformò in un cuore. Quindi nel sole apparve una grande ostia con nel centro, ben distinte, le lettere JHS». Una terza testimonianza: «Il sole non era più basso sull’orizzonte, come lo avevo veduto poco prima, era invece sopra la grotta dove si trovava un ora prima, quindi era tornato indietro, girava su se stesso, cambiando continuamente colore». Una quarta testimonianza: «

Il sole, trasformandosi in una palla di fuoco, roteava ora in un senso ora in un altro, sprigionando luci come fuochi di artificio. Prima di rivedere il sole riprendere il suo aspetto normale, vidi nel centro le lettere JHS». Una quinta afferma: «Ho visto un fascio di luce a forma di veste di donna uscire dalla grotta e dirigersi verso il sole, poi nel sole stesso ho veduto le lettere JHS, lucentissime». E per ultima: «Il sole era di colore azzurro intenso, nel centro c?erano due figure, l’una di fronte all’altra, mi sembrava l’immagine dell’incoronazione della Santissima Vergine». Da queste testimonianze ci rendiamo conto immediatamente come quel «segno» porta all’Eucaristia. E? chiaro infatti il significato di quelle lettere che molti hanno potuto leggere nel sole, come trasformato in Ostia. Quelle lettere sono le iniziali dell’espressione latina: «Gesù Salvatore degli uomini».

E il famoso monogramma di Gesù usato frequentemente e propagato da san Bernardino da Siena. Nelle due figure che appaiono nel sole possiamo vedere legittimamente le due persone di Gesù e Maria, intimamente associati nella redenzione e nella salvezza dell’umanità. E che il sole venga scelto come «segno» non desta meraviglia. Fin dall’antichità il sole è sempre stato il segno della divinità. Ma qui alle Tre Fontane ci sembra abbia un significato speciale. Infatti il libro della Rivelazione per antonomasia, perché questo vuol dire la parola «Apocalisse», ci presenta Maria avvolta di sole, quasi parte del sole. Anche questo allora diviene segno della «inabitazione» di Maria nella Trinità santa. Questo prodigio si ripeté due anni dopo, sempre nel giorno dell’anniversario, il 12 aprile 1982.

Un sacerdote ricorda: «Improvvisamente il sole prese a lampeggiare in modo intermittente per lo spazio di cinque o dieci minuti. Furono come vampate di luce. Ai lampi di luce si accompagnavano vampe di calore… Non era il sole che pulsava perché le sue dimensioni non subivano variazioni, ciò che pulsava era la luce… Fu allora come se una carezza delicata, fatta di luce e di candore, stesse passando sulla mia anima e sui cuori sorpresi che mi circondavano. La regale bontà della Madonna non poteva essere più lieta e gentile, più premurosa e più persuasiva». E mons. Osvaldo Balucci, presente all’avvenimento, conferma, accennando anche a una profezia della Vergine su papa Giovanni Paolo Il. Infatti scrive: «Nella mattina dello stesso giorno, il 12 aprile 1982, con un gruppo ristretto di ecclesiastici, avevo ascoltato la lettura di un messaggio dato dalla Madonna a Bruno Cornacchiola il 23 febbraio dello stesso anno. Tra le altre cose venne letta la profezia di un secondo attentato alla vita del papa il quale però, grazie alla protezione della Vergine, sarebbe rimasto incolume. La profezia si è avverata: il 12 maggio a Fatima si è tentato di uccidere Sua Santità. Bruno Cornacchiola, quella mattina aveva anche precisato che il papa era stato, per via riservata, tempestivamente avvertito».