L’Isis, flagelli, castighi e molto altro nei diari del veggente Bruno Cornacchiola
Le dure e ispirate considerazioni di Cornacchiola non si rivolgono indiscriminatamente contro altre religioni e i loro fedeli, bensì stigmatizzano l’integralismo di quanti sfruttano la fede per motivi politici e ideologici. In particolare a riguardo dell’islamismo, il suo affondo ha come obiettivo quanti fanno una lettura fondamentalista del Corano, incitando alla violenza contro chi la pensa diversamente.
Lo documenta la poesia Quel nefasto sogno infausto, scritta da Bruno agli inizi del 2000, che ha anticipato preoccupazioni sempre più diffuse in questi ultimi tempi: «I cari fondamentalisti islamici / non sono musulmani di Maometto, / si camuffano, sono diabolici, / in Kosovo, Cecenia, India, pur metto / Timor Est, il Sudan e pur la Slavonia, / l’islam ricompare fondamentalista, / dopo Lepanto e Vienna or si sbornia / di fanatismo e uccide a prima vista. / È un sogno fatto questa mattina, / ognuno grida: ‘A morte i cristiani’; / succede una vera carneficina! / Gridano i fondamentalisti: ‘Marrani!’ / ‘Viva Allah e Maometto a Medina…’ / Di sangue, piene avean le mani!»
Di particolare impatto è un’esperienza che il veggente visse nella notte fra il 31 dicembre 1984 e il 1° gennaio 1985, sempre al confine tra sogno e profezia. Il racconto è drammatico:
«Mi sento trasportare (tutto il corpo) nel centro di Roma, e precisamente in piazza Venezia. Lì c’era radunata molta gente che gridava: ‘Vendetta! Vendetta! Tremenda vendetta!’; molti morti erano sulla piazza, e nelle altre piazze adiacenti e nelle vie. Molto sangue scorreva: ma io vedevo anche molto sangue – pur stando a piazza Venezia – sull’asfalto in tutto il mondo (perché da piazza Venezia mi era presente – internamente o esternamente, non so) tutto il mondo, tutto imbrattato di sangue! Improvvisamente, tutta quella gente che gridava ‘Vendetta, vendetta, tremenda vendetta’ si mette a gridare: ‘Tutti a San Pietro! Tutti a San Pietro!’; così anch’io, tra la folla, venivo sospinto verso San Pietro; e si percorreva, tutti stretti, il corso Vittorio Emanuele, e tutti – come un canto di odio e rabbia – continuavano a gridare: ‘Vendetta!’»
Insieme a questo grido, Bruno udiva un’altra parola, scandita furiosamente: Bezboznik, che in russo, come scoprì successivamente, significa ‘senza Dio’:
«Si arriva su via della Conciliazione, e da lontano vedo la chiesa di San Pietro – in fondo alla via della Conciliazione – e mi metto con le spalle addosso a un muro di un fabbricato dove già nel 1950 vedevo San Pietro da lontano e il Papa Pio XII che, dalla loggia, proclamava il dogma dell’assunzione al Cielo della Vergine Maria! Allora prego per tutti, per tutta quella gente che gridava ‘vendetta’ e andava verso la piazza. Improvvisamente sento una voce che mi dice (però non era la voce della Vergine): ‘Non sostare lì: vai nella piazza anche tu!’ A questo punto lascio quel posto e vado verso la piazza».
Sul piazzale all’interno del colonnato c’erano il Papa, cardinali, vescovi, sacerdoti e religiosi:
«Tutti piangevano. Meraviglia: erano scalzi e, con un fazzoletto bianco nella mano destra, si asciugavano le lacrime, gli occhi; e avevano (lo vedevo bene), nella mano sinistra, della cenere. Io guardo e sento dentro di me un gran dolore e mi domando: ‘Ma perché, Signore, tutto questo? Perché?’ Una voce sento che grida: ‘Lutto! Grande lutto! Pregate perché venga l’aiuto dal Cielo!’; e questa era la voce della Vergine: ‘Fate penitenza! Pregate! Penitenza!’ Poi ripete per tre volte: ‘Pregate! Pregate! Pregate! Penitenza! Penitenza! Penitenza! Essi piangono perché non possono più trattenere e arginare il male che dilaga nel cuore e nello spirito dell’uomo nel mondo! L’uomo deve ritornare al Dio vero!’; poi fa: ‘Al Dio santo; e non discutere quale Dio!’ Allora sento un altro grido più forte, che dice: ‘Io sono!’ (che non era più la voce della Vergine). Poi la Vergine riprende di nuovo a parlare: ‘L’uomo deve umiliarsi e ubbidire alla legge di Dio, e non cercare altra legge che allontana da Dio! Come si deve vivere? La mia Chiesa (e qui cambia voce) è una: e voi ne avete fatte tante! La mia Chiesa è santa: e voi l’avete dissantificata! La mia Chiesa è cattolica: è per tutti gli uomini di buona volontà che accettano e vivono i sacramenti! La mia Chiesa è apostolica: insegnate la via della verità e avrete e darete la vita e la pace al mondo! Ubbidite, umiliatevi, fate penitenza e avrete la pace!’»
Quella visione ritornò altre volte ad angustiare il veggente. Per esempio, il 6 marzo 1996 scrive:
«Notte tremenda piena di paura, sogni macabri, morti, sangue, sangue, in ogni parte sangue. Quando vidi da piazza Venezia sangue e nel mondo sangue a San Pietro».
E anche il 15 ottobre 1997:
«Oggi ho rivissuto quel sogno in cui la Vergine mi porta a piazza Venezia e da lì vedevo tutto il mondo terrestre inzuppato di sangue, poi mi porta con la folla atea a San Pietro, c’è sul sagrato il Papa, cardinali, vescovi e sacerdoti, religiosi e religiose con un fazzoletto in mano e la cenere in un’altra, la cenere sulla testa e con il fazzoletto si asciugavano le lacrime. Quante sofferenze».
Il 21 luglio 1998 «ho sognato che musulmani circondavano le chiese e chiudevano le porte e dai tetti gettavano benzina e davano fuoco, con dentro i fedeli in preghiera e tutto anche a fuoco». Ulteriori simili visioni di violenza gli ispirano, il 17 febbraio 1999, una riflessione anticipatrice degli accesi dibattiti dei nostri giorni:
«Ma perché gli uomini responsabili non vedono l’invasione dell’islam in Europa? Qual è il fine di queste invasioni? Non si ricordano più Lepanto? Oppure hanno dimenticato l’assedio di Vienna? Non si può vedere un’invasione pacifica quando uccidono nel loro Paese islamico coloro che si dichiarano cristiani o si convertono a Cristo. Non solo questo, ma non ti permettono di costruire chiese né far proseliti».
All’alba del 10 febbraio 2000, un altro angoscioso sogno:
«Mi trovo con tutta la Sacri a San Pietro per l’acquisto delle indulgenze giubilari. Improvvisamente sentiamo un rimbombo d’una forte esplosione, poi delle grida: ‘A morte i cristiani!’ Una folla di barbari correva dentro la basilica, uccidendo chiunque incontrava. Grido alla Sacri: ‘Usciamo e facciamo muro davanti alla basilica’. Si va sul sagrato, tutti ci mettiamo in ginocchio con il santo rosario in mano e si prega la Vergine che venga con Gesù a salvarci. Tutta la piazza era colma di fedeli, sacerdoti, religiosi, religiose. I fedeli pregavano con noi. Le donne portavano il velo in testa nero o bianco; tutti i sacerdoti presenti con l’abito talare; i religiosi e religiose ognuno con il suo abito religioso; ai lati del sagrato, i vescovi erano a sinistra di chi guarda la chiesa, i cardinali a destra, e pregavano in ginocchio col viso a terra… improvvisamente la Vergine è lì presente con noi e dice: ‘Abbiate fede, non prevarranno’. Noi si piange dalla gioia e i persecutori escono, stavano per lanciarsi sopra di noi, ma una schiera di angeli ci circonda e i diabolici lasciano le loro armi a terra, spaventati molti scappano e altri si inginocchiano con noi dicendo: ‘La vostra fede è la vera, noi crediamo’. I cardinali e i vescovi si alzano e con un secchiello in mano pieno d’acqua battezzano i pagani, che erano inginocchiati, e tutti gridano: ‘Viva Maria, Vergine della Rivelazione, che ci ha mostrato Gesù il Verbo che ha salvato l’umanità’. Noi con la Vergine si continua a pregare e le campane di San Pietro suonano a festa, mentre esce il Papa».
È proprio il Pontefice al centro delle preoccupazioni della Vergine della Rivelazione, che sin dal primo messaggio del 12 aprile 1947 aveva dichiarato: «La Santità del Padre regnante nel trono dell’amore divino soffrirà a morte, per un poco, di qualche cosa, breve, che, sotto il suo regnare, avverrà. Altri pochi ancora regneranno sul trono: l’ultimo, un santo, amerà i suoi nemici; mostrandolo, formando l’unità d’amore, vedrà la vittoria dell’Agnello».
Fonte: Saverio Gaeta, il Veggente ed. Salani pag. 113