Maria Bambina, un culto senza frontiere

Dal santuario di via Santa Sofia 13, dove è custodito il venerato simulacro di Maria Bambina, pellegrini provenienti da altre regioni italiane e da altri paesi si recano in preghiera per onorare la Madonna. Le suore di Carità, che hanno fondato l’istituto nel 1832, offrono una ricca proposta spirituale per la festa della Natività di Maria, che inizia con una novena dal 30 agosto al 7 settembre. Durante questa novena, la preghiera del Rosario e la celebrazione eucaristica vengono offerte ogni giorno nel santuario.

statua

Le Suore di Carità continuano a seguire il mandato ricevuto da Papa Giovanni Paolo II nel 1984. Questo mandato consiste nell’approfondire il mistero e la spiritualità di Maria Bambina. Questo mandato viene portato avanti attraverso l’accoglienza e l’ascolto dei pellegrini, che arrivano da tutti i paesi d’italia. I pellegrini chiedono grazie per la loro salute e quella dei loro cari, soprattutto per i bambini malati. Alcuni chiedono il dono della maternità, mentre altri invocano sostegno durante gravidanze difficili e rischiose. Le suore offrono consigli, preghiere e vicinanza ai pellegrini che si recano nel santuario.

santuario

Le vicissitudini del simulacro di Maria Bambina

Il simulacro di Maria Bambina venne modellato nel 1738 da suor Isabella Chiara Fornari e portato a Milano da monsignor Alberico Simonetta. Dopo aver peregrinato in vari istituti religiosi, venne donato alle Suore di Carità nel 1842 che lo collocarono nella loro sede in via Santa Sofia nel 1876.

Nel 1884, una giovane novizia di nome Giulia Macario guarì miracolosamente dopo aver baciato il simulacro e il santuario divenne una meta popolare per i fedeli. Durante la Seconda guerra mondiale, il santuario venne distrutto da un bombardamento nel 1943. Il simulacro venne posto in salvo e custodito in un rifugio. Un nuovo santuario progettato dall’architetto Giovanni Muzio venne costruito in un’area adiacente e consacrato nel 1953. Da allora il simulacro di Maria Bambina è stato custodito e venerato nell’abside del santuario.