Maria Simma ci parla delle anime del Purgatorio: ci dice cose che non sapevamo
Ci sono anche bambini in purgatorio?
sì, anche dei bambini che non vanno ancora a scuola possono andare in purgatorio. dal momento che un bambino sa che qualcosa non è buono e lo fa, commette una colpa. naturalmente per i bambini il purgatorio non è lungo né doloroso, poiché manca loro il pieno discernimento. ma non dite che un bambino non capisca ancora! un bambino capisce più di quello che noi pensiamo, ha un2a coscienza ben più delicata di un adulto.
.Qual è il destino dei bambini morti senza battesimo, dei suicidi…?
questi bambini hanno pure un «cielo»; essi sono felici, ma non hanno la visione di dio. tuttavia, ne sanno così poco su questo tema che credono d’avere raggiunto ciò che esiste di più bello.
che ne è dei suicidi? sono dannati?
non tutti, perché, nella maggior parte dei casi, non sono responsabili dei loro atti. coloro che sono colpevoli d’averli spinti al suicidio portano una responsabilità maggiore.
I membri di un’altra religione vanno pure in purgatorio?
sì, anche coloro che non credono nel purgatorio. ma non soffrono tanto come i cattolici, poiché non avevano le sorgenti di grazie di cui noi disponiamo; senza dubbio, non hanno la stessa felicità.
le anime del purgatorio non possono far nulla per se stesse?
no, assolutamente nulla, ma esse possono aiutarci molto, se noi glielo chiediamo.
Incidente stradale a vienna
un anima mi fece questo racconto: «non avendo osservato le leggi della circolazione, sono rimasta uccisa sul colpo, a vienna, mentre ero in motocicletta».
le chiesi: «eri pronta per entrare nell’eternità?».
«non ero pronta -soggiunse-. ma dio dà a chiunque non pecchi contro di lui con insolenza e presunzione, due o tre minuti per potersi pentire. e solo chi rifiuta è dannato».
l’anima proseguì con il suo commento interessante ed istruttivo: «quando uno muore in un incidente, le persone dicono che era la sua ora. è falso: ciò si può dire soltanto quando una persona muore senza sua colpa. ma secondo i disegni di dio, io avrei potuto vivere ancora trent’anni; allora sarebbe trascorso tutto il tempo della mia vita».
perciò l’uomo non ha il diritto di esporre la sua vita ad un pericolo di morte, salvo in caso di necessità.
Una centenaria sulla strada
un giorno, nel 1954, verso le ore 14,30, trovandomi in viaggio per marul, prima di passare nel territorio di questo comune vicino al nostro, incontrai nel bosco una donna dall’aspetto così cadente da sembrare centenaria. la salutai amichevolmente.
«perché mi saluti? -chiese-. nessuno mi saluta più».
cercai di consolarla dicendole: «lei merita di essere salutata come tante altre persone».
ella cominciò a lamentarsi: «nessuno mi rivolge più questo cenno di simpatia; nessuno mi dà da mangiare e devo dormire per strada».
pensai che ciò non fosse possibile e che ella non ragionasse più. tentai di dimostrarle che ciò non era possibile.
«ma si», mi rispose.
pensai allora che, essendo noiosa per la sua tarda età, nessuno volesse trattenerla per tanto tempo, e l’invitai a mangiare e a dormire.
«ma!… non posso pagare» fece lei.
allora cercai di rincuorarla dicendole: «non importa, ma lei deve accettare ciò che le offro: non ho una bella casa, ma sarà meglio che dormire sulla strada».
allora mi ringraziò: «dio te lo renda! ora sono liberata» e scomparve.
fino a quel momento non avevo compreso che fosse un’anima del purgatorio. sicuramente, durante la sua vita terrena, aveva respinto qualcuno che avrebbe dovuto aiutare, e dalla sua morte aveva dovuto aspettare che qualcuno le offrisse spontaneamente ciò che ella aveva rifiutato ad altri.
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incontro in treno
«mi conosci?» mi domandò un’anima del purgatorio. dovetti rispondere di no.
«ma tu mi hai già visto: nel 1932 hai fatto un viaggio con me fino ad hall. io sono stato il tuo compagno di viaggio».
mi ricordai molto bene di lui: quest’uomo aveva criticato ad alta voce, in treno, la chiesa e la religione. pur non avendo che 17 anni, mi presi a cuore la cosa e gli dissi che non era un brav’uomo, poiché denigrava le cose sante.
«tu sei troppo giovane per darmi una lezione -mi rispose per giustificarsi-».
«tuttavia sono più intelligente di te», gli risposi con coraggio.
abbassò la testa e non disse più nulla. quando discese dal treno, pregai nostro signore: «non permettete che quest’anima si perda!».
«quella tua preghiera mi ha salvato -concluse l’anima del purgatorio-. senza di essa mi sarei dannato».
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