Messaggio Urbi et Orbi di Natale di Papa Francesco 2019
“Il Padre ce lo ha dato con grande misericordia. Lo ha dato a tutti. Lo ha dato per sempre. Il Figlio è nato, come una piccola luce tremolante nel freddo e nell’oscurità della notte. “
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“Le persone che camminavano nelle tenebre hanno visto una grande luce” (Is 9: 1)
Cari fratelli e sorelle, buon Natale!
Dal grembo della Chiesa Madre, il Figlio di Dio incarnato è nato di nuovo questa notte. Il suo nome è Gesù, che significa: “Dio salva”. Il Padre, eterno e infinito Amore, lo ha mandato nel mondo non per condannare il mondo ma per salvarlo (cfr Gv 3, 17). Il Padre ce lo ha dato con grande misericordia. Lo ha dato a tutti. Lo ha dato per sempre. Il Figlio è nato, come una piccola luce tremolante nel freddo e nell’oscurità della notte.
Quel Bambino, nato dalla Vergine Maria, è la Parola di Dio fatta carne. La Parola che ha guidato il cuore di Abramo e si dirige verso la terra promessa e che continua ad attirare a sé tutti coloro che confidano nelle promesse di Dio. La Parola che ha guidato gli ebrei nel viaggio dalla schiavitù alla libertà e che continua a chiamare gli schiavi in ogni epoca, compresa la nostra, a uscire dalle loro prigioni. È la Parola più luminosa del sole, incarnata in un minuscolo figlio dell’uomo: Gesù la luce del mondo.
Ecco perché il profeta grida: “Le persone che camminarono nelle tenebre hanno visto una grande luce” (Is 9: 1). C’è oscurità nei cuori umani, eppure la luce di Cristo è ancora più grande. C’è oscurità nelle relazioni personali, familiari e sociali, ma la luce di Cristo è più grande. C’è oscurità nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici, ma ancora maggiore è la luce di Cristo.
Possa Cristo portare la sua luce ai molti bambini che soffrono di guerre e conflitti in Medio Oriente e in vari paesi del mondo. Possa portare conforto all’amato popolo siriano che non vede ancora fine alle ostilità che hanno affittato il loro paese nell’ultimo decennio. Possa egli mescolare le coscienze di uomini e donne di buona volontà. Possa egli ispirare i governi e la comunità internazionale a trovare soluzioni per consentire ai popoli di quella regione di vivere insieme in pace e sicurezza e porre fine alle loro sofferenze. Possa sostenere il popolo libanese e consentire loro di superare l’attuale crisi e di riscoprire la propria vocazione come messaggio di libertà e coesistenza armoniosa per tutti.
Possa il Signore Gesù portare luce in Terra Santa, dove è nato come il Salvatore dell’umanità, e dove così tante persone – che lottano ma non si scoraggiano – attendono ancora un momento di pace, sicurezza e prosperità. Possa portare consolazione in Iraq tra le sue attuali tensioni sociali e nello Yemen, che soffre di una grave crisi umanitaria.
Possa la piccola Babe di Betlemme portare speranza in tutto il continente americano, dove un certo numero di nazioni sta vivendo un periodo di sconvolgimenti politici e sociali. Possa incoraggiare l’amato popolo venezuelano, a lungo provato dalle loro tensioni politiche e sociali, e assicurarsi che ricevano gli aiuti di cui hanno bisogno. Possa egli benedire gli sforzi di coloro che non risparmiano sforzi per promuovere la giustizia e la riconciliazione e per superare le varie crisi e le molte forme di povertà che offendono la dignità di ogni persona.
Possa il Redentore del mondo portare luce all’amata Ucraina, che desidera soluzioni concrete per una pace duratura.
Possa il neonato Signore portare luce al popolo africano, dove persistenti situazioni sociali e politiche spesso costringono gli individui a migrare, privandoli di una casa e di una famiglia. Possa egli riportare la pace a coloro che vivono nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, lacerata da conflitti continui. Possa portare consolazione a tutti coloro che soffrono a causa di violenza, calamità naturali o focolai di malattie. E possa portare conforto a coloro che sono perseguitati per la loro fede religiosa, in particolare missionari e membri dei fedeli che sono stati rapiti, e alle vittime di attacchi di gruppi estremisti, in particolare in Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria.
Possa il Figlio di Dio, scendere sulla terra dal cielo, proteggere e sostenere tutti coloro che, a causa di queste e altre ingiustizie, sono costretti ad emigrare nella speranza di una vita sicura. È l’ingiustizia che li fa attraversare deserti e mari che diventano cimiteri. È l’ingiustizia che li costringe a garantire forme indicibili di abuso, schiavitù di ogni tipo e tortura nei disumani campi di detenzione. È l’ingiustizia che li allontana dai luoghi in cui potrebbero sperare in una vita dignitosa, ma invece si trovano davanti a mura di indifferenza.
Possa Emmanuel portare luce a tutti i membri sofferenti della nostra famiglia umana. Possa egli ammorbidire i nostri cuori spesso pietrosi e egocentrici e renderli canali del suo amore. Possa portare il suo sorriso, attraverso i nostri poveri volti, a tutti i bambini del mondo: a coloro che sono abbandonati e a coloro che subiscono violenza. Con le nostre fragili mani, possa vestire coloro che non hanno nulla da indossare, dare pane agli affamati e guarire gli ammalati. Attraverso la nostra amicizia, così com’è, può avvicinarsi agli anziani e ai soli, ai migranti e agli emarginati. In questo gioioso giorno di Natale, possa portare la sua tenerezza a tutti e illuminare l’oscurità di questo mondo.