Messe pubbliche che riprenderanno in Italia dal 18 maggio
Le diocesi in Italia possono riprendere la celebrazione delle Messe pubbliche a partire da lunedì 18 maggio, alle condizioni emesse giovedì dal capo dei vescovi italiani e da funzionari del governo.
Il protocollo per la messa e altre celebrazioni liturgiche afferma che le chiese devono limitare il numero di persone presenti – garantendo una distanza di un metro (tre piedi) – e i congregati devono indossare maschere per il viso. La chiesa deve anche essere pulita e disinfettata tra le celebrazioni.
Per la distribuzione dell’Eucaristia, ai sacerdoti e agli altri ministri della Santa Comunione viene chiesto di indossare guanti e maschere che coprano sia il naso che la bocca e di evitare il contatto con le mani dei comunicanti.
La diocesi di Roma ha sospeso le messe pubbliche l’8 marzo a causa dell’epidemia di coronavirus. Diverse diocesi dell’Italia colpita duramente, tra cui Milano e Venezia, avevano sospeso le liturgie pubbliche già nell’ultima settimana di febbraio.
Tutte le celebrazioni religiose pubbliche, inclusi battesimi, funerali e matrimoni, furono proibite durante il blocco del governo italiano, che entrò in vigore il 9 marzo.
I funerali sono stati nuovamente autorizzati a partire dal 4 maggio. I battesimi pubblici e i matrimoni ora possono riprendere anche in Italia a partire dal 18 maggio.
Il protocollo emesso il 7 maggio stabilisce le indicazioni generali per il rispetto delle misure sanitarie, come l’indicazione di una capacità massima in una chiesa basata sul mantenimento di almeno un metro di distanza tra le persone.
L’accesso alla chiesa deve essere regolato per controllare il numero presente, dice, e il numero di messe può essere aumentato per garantire il distanziamento sociale.
La chiesa dovrebbe essere pulita e disinfettata dopo ogni celebrazione e l’uso di ausili di culto come gli inni è scoraggiato.
Le porte della chiesa devono essere aperte prima e dopo la messa per favorire il flusso del traffico e gli disinfettanti per le mani devono essere disponibili agli ingressi.
Tra gli altri suggerimenti, il segno di pace dovrebbe essere omesso e le fonti d’acqua santa mantenute vuote, afferma il protocollo.
Il protocollo è stato firmato dal presidente della conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, dal primo ministro e presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Una nota afferma che il protocollo è stato preparato dalla conferenza episcopale italiana ed esaminato e approvato dal Comitato tecnico-scientifico del governo per COVID-19.
Il 26 aprile, i vescovi italiani avevano criticato Conte per non aver revocato il divieto di messe pubbliche.
In una dichiarazione, la conferenza episcopale ha denunciato il decreto di Conte sulla “fase 2” delle restrizioni italiane al coronavirus, che ha affermato che “esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo”.
L’ufficio del primo ministro ha risposto più tardi la stessa notte indicando che sarebbe stato studiato un protocollo per consentire “ai fedeli di partecipare al più presto alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.
I vescovi italiani hanno rilasciato una dichiarazione il 7 maggio affermando che il protocollo per riavviare le Messe pubbliche “conclude un percorso che ha visto la collaborazione tra la Conferenza episcopale italiana, il Primo Ministro, il Ministro degli Interni”.