Monsignor Raffaello Rossi e il profumo di Padre Pio

Oggi parliamo del profumo di Padre Pio, che i suoi fedeli e le persone che lo hanno conosciuto interpretavano come un segno tangibile della sua di vicinanza Divina e della sua intercessione nei loro confronti. Chiunque lo abbia respirato lo descrive come un profumo che riempie il cuore di serenità e speranza, portando conforto e guarigione alle anime bisognose.

Padre Pio

Il vescovo Raffaello Rossi, inviato da Sant’Uffizio per indagare su Padre Pio nel 1921, gli chiede del profumo che si dice si diffonda dalle sue stimmate. Padre Pio risponde di non sapere cosa dire a questa domanda, dicendo che ha sentito dire da altre persone che sono venute a baciargli la mano, ma lui stesso non sa distinguere e in cella non ha altro che il sapone.

Nella sua relazione inviata ai cardinali riguardo al profumo, il vescovo Rossi afferma di aver sentito il profumo, paragonabile a quello della viola come testimoniano tutti, durante la sua visita a Padre Pio. Afferma inoltre di essere andato a S. Giovanni Rotondo scettico riguardo ai fatti che si narravano sul frate di Pietralcina, ma ma di essere rimasto colpito da alcuni fatti che lo hanno spinto a ricredersi. Uno di questi fatti è il profumo, che lui stesso ha sentito, come sentono tutti tranne Padre Pio.

frate di Pietralcina

Padre Pio utilizzava solo sapone

Il vescovo Rossi si pone diverse domande riguardo all‘origine del profumo. Esclude l’opera diabolica per varie ragioni che ha già esposto in precedenza. Si chiede se si tratti di un’azione divina, ma non osa pronunciarsi definitivamente in merito.

Altri scenari possibili sono l’inganno, l’uso di profumi da parte di Padre Pio o un caso innocente di uso di profumi. Il vescovo afferma però che l’inganno non si sostiene alla luce della buona vita di Padre Pio e della sua modestia. Inoltre, durante la visita alla sua cella, il vescovo ha potuto constatare che Padre Pio non ha altro che il sapone.