Nell’isola di Maria si respira il suo abbraccio
Lampedusa è l’isola di Maria e ogni angolo parla di Lei. Su questa isola cristiani e musulmani pregano insieme per le vittime dei naufragi e i dispersi.
Lampedusa è conosciuta come l’isola di Maria. Il suo sguardo è presente ovunque, sul molo Favaloro, dove arrivano le piccole barche dei migranti e vengono sbarcati i naufraghi, nelle case dei residenti di Lampedusa, dove molte famiglie si riuniscono almeno una volta a settimana per recitare il rosario, nella statua della Vergine posta sul fondale marino, visitata da numerosi subacquei e persino tra gli scogli di Cala Madonna, dove una statuetta di Maria è stata collocata nella grotta marina che costeggia la spiaggia.
Suor Ausilia, suora salesiana che dedica le sue giornate ad assistere gli abitanti e i migranti dell’isola, racconta che l’ultimo sabato del mese, al tramonto, nella chiesa di San Gerlando, viene recitato il Rosario con grande partecipazione dei residenti di Lampedusa. Ma la dimora di Maria è il santuario della Madonna di Porto Salvo. La statua della protettrice dell’isola è ospitata in una chiesetta che sembra un tempio ortodosso, dominata dai colori azzurro e bianco.
Questo luogo suggestivo è il simbolo dell‘integrazione e del dialogo interreligioso in quest’angolo di terra tra l’Africa e l’Europa.
La storia del santuario dell’Isola di Maria
La particolarità del santuario di Nostra Signora di Lampedusa è proprio quella che musulmani e cristiani pregano insieme, uniti dal dialogo e dalla preghiera. Questo si verifica ogni 3 ottobre, anniversario del naufragio avvenuto nel 2013 al largo dell’isola di un barcone libico che causò la morte di 368 persone e 20 dispersi. Molti dei sopravvissuti o dei parenti delle vittime si riuniscono con i residenti di Lampedusa nel santuario per commemorare quella tremenda tragedia.
Una leggenda popolare racconta che intorno al 1600, durante un’incursione dei corsari turchi sulle coste liguri, fu catturato un certo Andrea Anfossi di Castellaro Ligure. Portato in Africa, fu costretto ai lavori forzati in una galera corsara che, un giorno, approdò a Lampedusa per una sosta per rifornirsi di acqua e legna.
Qui Andrea riuscì a fuggire e si rifugiò in una grotta dove trovò un dipinto della Madonna con Bambino e di santa Caterina Martire. Il fuggitivo scavò un tronco d’albero, si mise in mare e usando il dipinto come vela, riuscì ad approdare sulle coste liguri. Come gesto di gratitudine decise di costruire un santuario dedicato a Nostra Signora di Lampedusa proprio a Castellaro, in provincia di Imperia.