Papa Francesco modifica il codice penale vaticano
Papa Francesco martedì ha apportato diverse modifiche al codice penale del Vaticano, citando “mutevoli sensibilità” che richiedono aggiornamenti a una legge “obsoleta”. “Esigenze emerse, anche di recente, nel settore della giustizia penale, con le conseguenti ripercussioni sull’attività di chi, a vario titolo, ne è interessato, richiedono un’attenzione costante per riformulare l’attuale normativa sostanziale e processuale”, afferma il papa ha scritto nell’introduzione al suo motu proprio del 16 febbraio . La legge è influenzata, ha affermato, da “criteri ispiratori e soluzioni funzionali [che sono] ormai obsolete”. Così, ha detto Francesco, ha continuato il processo di aggiornamento della legge come dettato “dalla mutevole sensibilità dei tempi”. Molte delle modifiche introdotte da Papa Francesco riguardano il trattamento dell’imputato in un processo penale, inclusa la possibilità di una riduzione della pena per buona condotta e di non essere ammanettato in tribunale.
Un addendum all’articolo 17 del codice penale afferma che se il condannato, durante la sua condanna, “si è comportato in modo tale da implicare il suo pentimento e ha partecipato proficuamente al programma di cura e reinserimento”, la sua pena può essere ridotta da da 45 a 120 giorni per ogni anno di pena scontata. Aggiunge che prima dell’inizio della pena, l’autore del reato può stipulare con il giudice un accordo per un programma di cura e integrazione con lo specifico impegno di “eliminare o mitigare le conseguenze del reato”, con azioni come la riparazione del danno o l’esecuzione volontaria assistenza sociale, “nonché comportamenti volti a promuovere, ove possibile, la mediazione con la persona lesa”. L’articolo 376 è sostituito da una nuova formulazione in cui si afferma che l’imputato in arresto non sarà ammanettato durante il processo, con altre precauzioni prese per impedirne la fuga. Papa Francesco ha anche affermato che, in aggiunta all’articolo 379, se, tuttavia, l’imputato non è in grado di assistere all’udienza per “legittimo e grave impedimento, o se a causa di infermità mentale non è in grado di provvedere alla propria difesa”, il l’udienza sarà sospesa o rinviata. Se l’imputato rifiuta di partecipare all’udienza del processo, senza avere un “legittimo e grave impedimento”, l’udienza continuerà come se l’imputato fosse presente e lui o lei sarà rappresentato dall’avvocato della difesa.
Un altro cambiamento è che la sentenza del tribunale in un processo può essere fatta con l’imputato “in contumacia” e sarà trattata in modo ordinario. Questi cambiamenti potrebbero influenzare l’ imminente processo in Vaticano contro Cecilia Marogna, donna italiana di 39 anni, accusata di appropriazione indebita, cosa che lei nega. A gennaio, il Vaticano ha annunciato di aver ritirato in Vaticano la richiesta di estradizione di Marogna dall’Italia e ha detto che a breve sarebbe iniziato un processo contro di lei. La dichiarazione del Vaticano rilevava che Marogna si era rifiutata di comparire per essere interrogata durante le indagini preliminari, ma il tribunale aveva ritirato l’ordine di estradizione per consentirle di “partecipare al processo in Vaticano, libera dalla misura cautelare pendente nei suoi confronti”. Rimane aperta la questione se Marogna, che ha presentato denunce ai tribunali italiani per presunti crimini contro di lei in relazione al suo arresto lo scorso ottobre, sarà presente per difendersi al processo in Vaticano. Papa Francesco ha anche apportato diversi emendamenti e aggiunte al sistema giudiziario dello Stato della Città del Vaticano, occupandosi principalmente di procedura, come consentire a un magistrato dall’interno dell’ufficio del promotore di giustizia di svolgere le funzioni di un pubblico ministero nelle udienze e nelle sentenze di appello . Francesco ha anche aggiunto un paragrafo in cui si afferma che al termine delle loro funzioni, i magistrati ordinari dello Stato della Città del Vaticano “manterranno tutti i diritti, l’assistenza, la sicurezza sociale e le garanzie previste per i cittadini”. Nel codice di procedura penale, il motu proprio ha affermato che il papa ha abrogato anche gli articoli 282, 472, 473, 474, 475, 476, 497, 498 e 499 del codice di procedura penale. Le modifiche entrano in vigore immediatamente