Pompei, donna grida al miracolo: “guarigione inspiegabile”
Le patologie pregresse sono scomparse e la sua paziente ha riacquistato la mobilità di braccio e gamba destra. Dopo 11 anni dall’ictus, che l’aveva costretta ad una claudicazione e ad un’ipotonia e atrofizzazione muscolare dell’arto superiore, la 74enne che ha gridato al miracolo dopo aver ricevuto la Santa comunione ai piedi della Regina del Rosario di Pompei, «è guarita».
Non ha dubbi Ennio Biondi, medico dell’Asl Napoli 3 Sud, che ha in cura la signora Michelina Comegna da venticinque anni. «Il prodigio, se non lo si vuole chiamare miracolo, c’è stato. La scienza non può spiegare un cambiamento di un quadro clinico compromesso per un’emiparesi completa al lato destro».
Queste le prime parole del medico che ieri mattina ha visitato la donna «miracolata», rimanendo sconcertato per l’avvenuta guarigione. Il parere del dottor Biondi, in attesa di una più approfondita visita neurologica, è stato chiesto dai figli di Michelina per sgomberare ogni dubbio su quello che è accaduto e non dare adito a pettegolezzi o speculazioni di sorta. All’entusiasmo di un dono ricevuto, come la fede prevede, per le preghiere insistenti, si unisce quindi anche il verdetto medico. «C’è dell’incredibile in quello che è successo, è fuori da ogni dubbio – ha concluso il medico- adesso spetterà alla Chiesa e ad altri miei colleghi, se i familiari vorranno seguire l’iter per il riconoscimento della grazia. Io credo che la Madonna di Pompei abbia operato».
Il primo miracolo attribuito alla Regina del Rosario di Pompei risale al 13 febbraio del 1876: la dodicenne Clorinda Lucarelli, giudicata inguaribile dal professor Antonio Cardarelli e per la cui salvezza la zia Anna aveva aderito alle offerte per la nascente chiesa, guarì perfettamente da terribili convulsioni epilettiche. In quello stesso giorno l’icona della Vergine fu esposta alla diretta venerazione dei fedeli.
Per il Beato Bartolo Longo non si trattava di una semplice coincidenza, bensì di una volontà divina e lo disse apertamente ai fedeli: «Clorinda è sopravvissuta per intercessione Madonna».
Tre anni dopo il primo prodigio fu lo stesso Bartolo Longo a guarire da una grave malattia, grazie alla recita della supplica che egli compose per la Regina del Rosario. I miracoli riconosciuti alla Vergine di Pompei, in 138 anni, sono migliaia e tutti testimoniati dagli ex voto, (oggetti offerti alla Madonna come pegno d’amore per la grazia ricevuta), esposti nella basilica e nel museo del Santuario.
Quadri naif che rappresentano episodi di grazie ricevute: guarigioni, scampo da naufragi, salvezza da incidenti. Ma anche piccoli oggetti, per lo più d’argento, che riproducono parti del corpo «miracolate», testimoniano una religiosità popolare ingenua ma sentita.
Nei dipinti questo concetto è espresso con la sigla latina: «V.F.G.A.» (Votum fecit, gratiam accepit, Voto fatto, grazia ricevuta). Tanti i miracoli annunciati attraverso le decine di lettere che ogni giorno arrivano negli uffici del santuario. Alcuni con testimonianze mediche, che ne accertano l’avvenuta grazia, altri che sono frutto di una suggestione di fede. Alcuni miracoli, poi, sono ricambiati con donazioni in denaro. Tre anni fa un’anziana donna di Roma, certa di aver ricevuto una grazia dalla Beata Vergine del Rosario di Pompei, lasciò in eredità al santuario mariano tre milioni di euro.