Preghiera da recitare per ricevere il perdono di tutti i peccati
PREGHIERA
Dilettissimo Signore Gesù Cristo, mansuetissimo Agnello di Dio, io povero peccatore, adoro e venero la Vostra Santissima Piaga che riceveste sulla Spalla nel portare la pesantissima Croce del Calvario, nella quale restarono scoperte tre Sacralissime Ossa, tollerando in essa un immenso dolore; Vi supplico, per virtùà e meriti di detta Piaga, ad avere su di me misericordia col perdonarmi tutti i miei peccati sia mortali che veniali, ad assistermi nell’ora della morte e di condurmi nel vostro regno beato.
San Bernardo, Abate di Chiaravalle, domandò nella preghiera a Nostro Signore quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la sua Passione. Gli fu risposto: “Io ebbi una piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce: questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; ed a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con tre Pater, tre Ave e tre Gloria al giorno perdonerò i peccati veniali e non ricorderò più i mortali e non moriranno di morte improvvisa ed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine e conseguiranno la grazia e la misericordia”.
SAN PIO E LA PIAGA DELLA SPALLA
San Pio da Pietrelcina è stato uno di quei pochissimi sacerdoti santi ad aver avuto l’onore di portare sul proprio corpo i segni visibili e tangibili della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, e anche lui ha patito gli stessi atroci dolori alla piaga della sua spalla, a conferma di quanto rivelato direttamente da Gesù a San Bernardo sulla presenza di una dolorosissima ed incognita piaga alla Sua Sacra Spalla. Una sconcertante scoperta riguardo ai dolori alla spalla patiti da Padre Pio è stata fatta dopo la sua morte da un carissimo amico del Padre, nonché suo figlio spirituale, Fra’ Modestino da Pietrelcina, il quale riferì: “… Dopo la morte di Padre Pio, continuai ad esplorare con cura ed oculatezza ogni lembo dei suoi indumenti che sistemavo e archiviavo, con il presentimento che ancora qualche altra sconcertante scoperta avrei dovuto fare. Non mi sbagliai! Quando fù la volta delle maglie, mi venne in mente che una sera del 1947, davanti alla cella N0 5, Padre Pio mi confidò che uno dei suoi più grandi dolori era quello che provava quando si cambiava la maglia… avevo pensato che quel dolore fosse stato causato al venerato Padre dalla piaga che egli aveva sul costato. Il 4 febbraio 1971 però dovetti cambiare opinione allorché, osservando con più attenzione una maglia di lana da lui usata, notai sopra di essa, con mia grande sorpresa, all’altezza della clavicola destra, una traccia indelebile di sangue. Non mi sembrava, come nella “camicia della flagellazione” una macchia di essudazione sanguigna. Si trattava del segno evidente di una ecchimosi circolare di circa dieci centimetri di diametro, all’inizio della spalla destra, vicino alla clavicola. Mi balenò l’idea che il dolore lamentato da Padre Pio potesse derivargli da quella misteriosa piaga. Rimasi scosso e perplesso. D’altra parte avevo letto su qualche libro di pietà una preghiera in onore della piaga della spalla di Nostro Signore, apertagli dal legno della Croce che, scoprendogli tre sacratissime ossa, Gli avevano procurato acerbissimo dolore. Se in Padre Pio si erano ripetuti tutti i dolori della Passione, non era da escludersi che egli avesse sofferto anche quelli provocati dalla piaga della spalla. La sua sofferenza nel contemplare Cristo carico del pesante legno e più ancora, carico dei nostri peccati, gli aveva procurato certamente sulla spalla quella ennesima ferita. Dolore mistico e dolore fisico. Ormai, grazie al mio amico medico, avevo le idee chiare, o quasi, in proposito. In Gesù, carico della croce, sulla spalla si era avuta la distruzione dell’epidermide e del sottocutaneo. Il peso del legno e lo strofinio del durissimo elemento rigido contro le parti molli, gli aveva prodotto una lesione traumatica muscolare, con “risentimento algico nevritico osseo”. In Padre Pio quella lesione fisica, generata dalla sofferenza mistica, aveva determinato un profondo ematoma e una fuoriuscita di liquido ematico sulla spalla destra, con secrezione sierosa. Ecco quindi sulla maglia un alone sfocato con al centro la macchia scura del sangue assorbito. Di questa scoperta parlai subito al padre superiore che mi disse di scrivere una breve relazione. Anche Padre Pellegrino Funicelli, che per anni aveva assistito Padre Pio, mi confidò che, aiutando parecchie volte il Padre a cambiare la maglia di lana che indossava, aveva notato quasi sempre, sulla spalla ora destra ora sinistra, una ecchimosi circolare. In aggiunta a questa, un ‘importante conferma mi venne dallo stesso Padre Pio. A sera, prima di addormentarmi, feci a lui, con tanta fede, questa preghiera: “Caro Padre, se tu avevi veramente la piaga alla spalla, dammene un segno”. Mi addormentai. Ma, esattamente all’una e cinque minuti di quella notte, mentre dormivo tranquillamente, un improvviso, acuto dolore alla spalla mi fece svegliare. Era come se qualcuno, con un coltello mi avesse scarnito l’osso della clavicola. Se quel dolore fosse durato qualche minuto ancora, penso che sarei morto. Contemporaneamente sentii una voce che mi diceva: “Così ho sofferto io!”. Un intenso profumo mi avvolse e riempì tutta la mia cella. Sentii il cuore traboccante di amor di Dio. Provai ancora una strana sensazione: l’essere stato privato di quella insopportabile sofferenza mi era ancora più penoso. Il corpo voleva respingerla ma l’anima, inspiegabilmente, la desiderava. Era dolorosissima e dolce insieme. Ormai avevo capito! Confuso più che mai avevo la certezza che Padre Pio, oltre alle stigmate alle mani, ai piedi e al costato, oltre ad aver subito la flagellazione e la coronazione di spine, per anni, novello Cireneo di tutti e per tutti, aveva aiutato Gesù a portare la croce delle nostre miserie, delle nostre colpe, dei nostri peccati. E quella maglia ne portava indelebile il segno!”.