Racconto dal coma… ed oltre
Dopo la morte c’è una grande luce, in cui possiamo osservare la nostra interiorità. Il peccato è vivo, ci popola l’anima di creature spaventose. Possiamo vederle. Il peccato non è gratis e presenta il suo conto. Quando moriamo vediamo le conseguenze dei nostri peccati: il bene non fatto, i cattivi consigli che hanno portato al male compiuto da altri, ed il male fatto da noi stessi. Il peccato rovina la creazione, semina corruzione, una mela marcia che rovina quelle a contatto. Gesù ci tende le mani, come per trarre a sé un bambino, rispettando la nostra libertà. Non si impone, soffrendo nel suo cuore il nostro eventuale rifiuto. Così nel frattempo io vedo altri miei “genitori”, perché Gesù mi mostra il padre della menzogna. Oltre ai peccati vivi, a Gesù e al padre della menzogna, vedo tante persone morte, conosciute e non. All’inizio è tutto così bello che non si tornerebbe mai indietro. Se il nostro posto è negli strati meno luminosi, la luce si fa fioca. Progressivamente si ha la sensazione di giungere là dove non è più percepito l’amore di Dio. Lì restano solo creature bestiali, dentro e fuori di me. Il nostro cuore è nudo: vedo le mie idolatrie. Si apre tutto il libro della mia vita. Satana mi accusa urlando: quest’anima è mia! Vediamo tutte le volte che Dio, che ci cerca sempre, ha mandato una persona, una circostanza, una prova, per convertirci. Ignorato. La prova si è fatta tentazione e la tentazione peccato, senza pentimento, senza confessione, senza penitenza, senza perdono. Il cuore di Cristo è nel mio cuore fin dal giorno del battesimo, insediato nell’anima, che riceviamo già adulta dal momento del concepimento, ed è presente in ogni uomo. Gesù sta lì dentro e rispetta la mia libertà. L’anima nel giorno del battesimo si veste dello stesso bianco sgargiante che vediamo morendo. Macchiata e strappata dal peccato, lasciata senza cura, lavaggio o rammendo, questa veste progressivamente si lacera di peccati sempre peggiori. Ad ogni confessione Gesù sanguina e dice: quest’anima è mia, l’ho pagata al prezzo del mio sangue. La confessione fa risorgere l’anima morta nel peccato. L’anima in grazia di Dio va con il corpo a far comunione con Gesù eucaristia. La Vergine passa tra i presenti, offrendo dal suo cuore immacolato le grazie meritate dal sacrificio di Gesù crocifisso, elevando il nostro cuore al ringraziamento del Padre per la salvezza che possiamo ottenere. Come l’eucaristia ci cristifica, così lo Spirito santo ci santifica, permettendo di contemplare il mistero di un amore tanto grande: Dio incarnato, crocifisso e risorto. Anche il diavolo è presente e cerca di distrarci, per non far volare il nostro spirito oltre le misure di ciò che vediamo annoiati. Non vediamo Gesù sanguinante, che ci dice, uno ad uno, io ti amo e perciò vado in croce a morire per te, per salvarti. Unisciti a me, per la salvezza delle anime. Offri la tua fragilità, la tua miseria: uniscile a me, dandole un valore immenso, quello della croce da cui l’amore di Dio risorge più forte della morte… per la vita eterna.