Rifletti sulle parola che Gesù disse nell’ultima cena…
Pietro gli disse: “Non mi laverai mai i piedi”. Gesù gli rispose: “A meno che non ti lavi, non avrai eredità con me”. Giovanni 13: 8
Era una bellissima immagine della più profonda umiltà mai vista. Gesù, l’Eterno Figlio di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità, esercitava il dovere di servitore. Uno a uno, Gesù andò in giro e purificò i piedi dei Suoi discepoli. Era la celebrazione della Pasqua ebraica. Una festa santa, un ricordo dell’azione salvifica di Dio ai loro antenati la notte in cui furono liberati dalla schiavitù in Egitto. Tuttavia, questo “ricordo” della Pasqua ebraica era certamente uno da ricordare e da abbracciare.
Pietro fu sopraffatto dall’umiltà di Gesù e all’inizio si rifiutò di farsi lavare i piedi dal Signore. Ma Gesù dice qualcosa che suona vero per l’eternità: “A meno che non ti lavi, non avrai eredità con me”. Non si trattava di un normale lavaggio, non si riferiva solo al lavaggio dei piedi sporchi di Pietro, era un eterno lavaggio della sua anima immortale, e l ‘”acqua” sarebbe presto uscita dal trafitto e Sacro Cuore di Gesù stesso.
Meno di ventiquattro ore dopo, Gesù sarebbe stato su una croce e un soldato romano avrebbe trafitto il suo cuore con una lancia. Dal suo cuore scorreva sangue e acqua, la nuova fonte di grazia e misericordia stessa. Questa “Ultima Cena” con nostro Signore è stata l’istituzione sacramentale del potere purificatore del Suo unico e perfetto Sacrificio che ora ci viene reso presente nel tempo nei doni del Battesimo, della Cresima e della Santa Eucaristia.
Ogni volta che rinnoviamo il nostro Battesimo, riceviamo il Suo Spirito più profondamente nella nostra vita e consumiamo il Suo sacro Corpo e Sangue, partecipiamo a questa azione purificatrice di Cristo a Pietro e agli altri discepoli. Gesù guarda ognuno di noi, con uno sguardo d’amore, e dice: “A meno che non ti lavi …” Qual è la tua risposta a nostro Signore?
Ci vuole umiltà per accettare il più umile atto di misericordia mai conosciuto. Dobbiamo riconoscere umilmente che abbiamo bisogno del nostro Signore per purificarci, per spazzare via la sporcizia dalle nostre anime, per redimerci e offrirci l’eredità della vita eterna.
È a quell’Ultima Cena, l’inizio del primo Triduo del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e della Domenica di Pasqua, che il nostro Signore guarda Pietro attraverso ognuno di noi e si offre di purificarci da ogni peccato. Qual è la tua risposta? Quanto sei umile nel ricevere questo dono? Quanto profondamente credi nel sacrificio salvifico del nostro divino Signore?
Rifletti, stanotte, su quelle sacre parole di nostro Signore e ascoltale dette a te: “A meno che non ti lavi, non avrai eredità con me”. Dì “Sì” a questa offerta di perfetta umiltà e misericordia da parte di nostro Signore e lascia che il Sacrificio salvatore del Figlio di Dio entri più profondamente nella tua vita che mai.
Mio misericordioso Signore, la tua umiltà è impressionante e travolgente. Per favore, lavami con il sangue e l’acqua che fuoriescono dal tuo Cuore trafitto. Aiutami a ricevere questo dono nel modo in cui è stato dato: con umiltà. Ti ringrazio, dico “Sì” al tuo dono, ti ricevo e ti invito a purificarmi. Sono un peccatore, caro Signore. Ho bisogno della tua azione detergente nella mia vita. Gesù io credo in te.