Rimproveri della nostra coscienza: una pena del Purgatorio
Pena del senso. Ancorché fosse solamente il fuoco terreno il tormentatore delle anime, che dolore non causerebbe questo elemento, il più attivo di tutti! Ma se è fuoco d’altra natura, creato apposta da Dio e fatto per tormentare tutta l’anima: se, a paragone di esso, il fuoco nostro è solo come dipinto (S. Ans.); so è lò stesso che quello dell’Inferno: qual immenso dolore deve cagionare! Ed io dovrò provarlo! E forse per anni ed anni per la mia accidia!
Pena del danno. L’anima, creata per Dio, tende a Lui come il bambino al seno della madre, come ogni grave al centro della terra. Sciolta dal corpo, dagli amori terreni, l’anima, di per sé, si slancia in Dio, per amarlo, per riposarsi in Lui. Ma, indegna, perché macchiata, Iddio la respinge; e l’amore ancor non pago, il bisogno di Dio e il non poter giungere al possesso di Lui, è un dolore indescrivibile, il vero tormento del Purgatorio. Lo capirai un giorno, ma con quale rincrescimento!
Rimproveri della coscienza. Non sarà piccolo dolore il pensiero che è colpa loro se soffrono tanto; erano state avvisate; sapevano che, per un qualunque menomo peccato, corrispondeva un tormento nel Purgatorio; eppure, stolte, ne commisero tanti; conoscevano il valore della penitenza, delle opere buone, delle Indulgenze; e non se ne curarono… Ora, si lamentano— E tu non le soccorri? e tu ripeti i loro falli?
PRATICA. — Recita un De profundis e fa una mortificazione per l’Anima che uscirà la prima dal Purgatorio.