Ripariamo alle offese fatte a Gesù
1. L’amore la consiglia. La riparazione è un compenso che si presenta al Signore per chi fa male. Chi ama Gesù e lo vede abbandonato, offeso, bestemmiato, come può sopportare questo in pace? Come non far nulla per riparare tante afflizioni del Cuore di Dio? S. Filippo ingiungeva le Camminate, alcuni passano la notte innanzi al Santissimo, altri praticano penitenze, privazioni, preghiere… E tu che fai?
2. Il dovere vi ci obbliga. Vedere un padre offeso dall’ingratitudine dei suoi figli e non consolarlo, e non far nulla per compensarlo quando si può, non è come unirsi ai fratelli e accrescergli il dolore? Dio è tuo Padre amatissimo; ne vedi le offese, ne conosci l’afflizione, sai che Egli stesso ricerca d’essere compensato dagli altri, come comandò all’Alacoque, colla festa del Cuor di Gesù; se non lo fai, non è un volergli le tribolazioni? Non essere dunque freddo e indifferente nel riparare le offese fatte a Dio.
3. La facilità la raccomanda. Non ti si chiede di privarti di tutto, né di digiunare rigorosamente, ne di fare austerità eroiche, ma solo qualche mortificazione della tua curiosità, qualche astinenza, un perdono generoso, una preghiera per i peccatori, una comunione… E se ciò è tanto facile, perché non farlo? Se un po’ d’amore ti scaldasse il cuore, t’impegneresti
risolutamente a riparare le offese recate al cuore di Gesù.
PRATICA. — Oggi fa una visita al Santissimo Sacramento, o recita il Miserere, per compensare Iddio delle offese che riceve.